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La prossima settimana, l’ufficio di gabinetto dovrebbe dare l’approvazione finale a un piano di costruzione per la regione E1, che taglierebbe in due la Cisgiordania, separando la parte settentrionale da quella meridionale. “Dopo anni di ritardo, a causa delle pressioni internazionali, il gabinetto intende approvare un piano, con implicazioni drammatiche e irreversibili per il futuro dei territori occupati” – denuncia il quotidiano israeliano più autorevole e letto.

Giovedì, Hagar Sheizaf e Jack Khoury hanno riferito sulle colonne di Haaretz che il Consiglio supremo di pianificazione dell’Amministrazione civile, che è subordinato al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e al suo popolo, ha già discusso la costruzione di 3.412 appartamenti nell’E1.

“Questi appartamenti sarebbero una condanna a morte per ogni possibilità di creare uno Stato palestinese reale. Non solo consumerebbe le ultime riserve di terra rimaste nel cuore della Cisgiordania, ma una tale acquisizione strangolerebbe tre città palestinesi centrali: Ramallah, Gerusalemme Est e Betlemme. Circa un milione di palestinesi vivono in queste tre città”.

Non è un caso che Smotrich, padrino del piano, abbia detto giovedì che “questa realtà seppellirà finalmente l’idea dello Stato palestinese, perché non ci sarà nulla da riconoscere”. Smotrich non ha mai fatto una previsione più accurata. Se l’E1 sarà costruito per i coloni, questo porrà fine alle possibilità di stabilire uno stato palestinese.

“Mentre la stragrande maggioranza dei paesi del mondo – un numero che è cresciuto ulteriormente nelle ultime settimane – crede nella soluzione dei due stati e riconosce uno stato palestinese, arriva il governo israeliano e gli sputa in faccia” – incalza Haarez.

E continua l’aspra critica: “se al mondo mancassero le ragioni per trasformare Israele in uno stato paria, odiato e intoccabile, arriva il piano E1 per dargli un’altra ragione convincente”. Durante la fase di approvazione del piano, Smotrich si è rivolto direttamente a Netanyahu e ha detto: “È giunto il momento di applicare la sovranità israeliana in Giudea e Samaria, di rimuovere definitivamente l’idea di dividere la terra e di garantire che entro settembre i leader ipocriti dell’Europa non avranno nulla da riconoscere”.

“Questa non è solo un’iniziativa di pianificazione”, ha sottolineato Smotrich. “Ma una clamorosa dichiarazione sionista: Gerusalemme unita è la nostra capitale eterna, e [l’insediamento di] Ma’ale Adumim ne è una parte inseparabile”.

L’E1 non è sufficiente a soddisfare l’appetito per il settore immobiliare dimostrato da Smotrich e dai suoi soci, quindi stanno anche lavorando per annettere ufficialmente la Cisgiordania a Israele, o almeno l’Area C (la parte della Cisgiordania assegnata al pieno controllo israeliano dagli accordi di Oslo). Allo stesso tempo, si stanno creando nuovi eventi sul campo, con l’obiettivo di spingere i palestinesi fuori dall’Area C. “La visione finale è quella di espellerli un giorno da tutta la Cisgiordania”.

“Per i promotori di questo piano, tutti i mezzi sono legittimi, e lo Stato li permette tutti: i coloni compiono quotidianamente pogrom e attacchi violenti, uccidono agricoltori e incendiano proprietà; trasformare la Cisgiordania in centinaia di enclave isolate separate da cancelli di ferro all’ingresso di ogni villaggio e città, che l’esercito può bloccare in qualsiasi momento, e di fatto lo fa; creare una rete di centinaia di posti di blocco permanenti e temporanei sulle strade; e la creazione di dozzine di insediamenti agricoli da parte di coloni violenti dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza.

Questi insediamenti sono unici per la vasta quantità di territorio che controllano dopo la loro fondazione, apparentemente per essere utilizzati come pascolo per le mandrie dei coloni”. Si tratta delle parole dell’editoriale di Haaretz, non certo di qualche media che occhieggia a posizioni antisemite!

“E’ così che si impedisce la creazione di uno Stato palestinese. Ed è così che si gettano le basi per un trasferimento di popolazione su larga scala dalla Cisgiordania”. Così si conclude l’analisi. 

La reporter Amira Hass aveva già scritto, il 14 agosto, che “nel solo mese di luglio, l’esercito israeliano ha condotto oltre 1.300 incursioni nei quartieri palestinesi. I residenti subiscono continue molestie, sapendo che ogni soldato agisce impunemente e nessuno interverrà. “Vediamo che ogni soldato si comporta come un comandante, facendo quello che vuole, senza paura di un grado superiore” “.

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