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“La risposta iraniana non potrà che avere effetti – magari forti ma limitati – rispetto ad un dirompente allargamento del conflitto”.
“L’attacco aereo israeliano alla fine è avvenuto. Intensi bombardamenti da parte di oltre 200 aerei hanno duramente colpito aree militari, centrali, centri di arricchimento dell’uranio e di ricerca nucleare nell’area di Teheran, Natanz, Isfah. Questo nonostante il tentativo dichiarato di Trump di stopparlo. Ma Israele era convinto che mancavano meno di sei mesi agli ayatollah per ottenere la bomba e quindi, come ha dichiarato il capo di stato maggiore israeliano Zamir, ‘eravamo al punto di non ritorno'”. Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce), commenta con Affaritaliani.it l’attacco sferrato da Israele all’Iran e le possibili conseguenze anche economiche.
“Così Israele non ha seguito le indicazioni Usa mentre l’attacco non è ancora completamente rientrato. Di fatto, tutti i riservisti sono stati richiamati in attesa della ritorsione iraniana soprattutto in aviazione e nelle aree della Cisgiordania, del Golan e al confine con il Libano. Tra l’altro – sottolinea l’esperto militare e di geo-politica – i bombardamenti sono stati accompagnati da una dirompente operazione del Mossad sul territorio iraniano che ha portato fra l’altro all’uccisione del capo delle guardie della Rivoluzione Rashid e dell’ex responsabile del progetto per la bomba nucleare iraniana Feredoun Abbas”.
“Come conseguenze immediate internazionali si nota il balzo nel prezzo del petrolio che favorisce – seppur in maniera obliqua – il bilancio esangue della Federazione Russa, che trae nuova linfa dal prezzo insperato a 75 dollari al barile e le dichiarazioni dal sapore propagandistico di Rubio (Segretario di Stato statunitense, ndr) che, nell’infuriare dell’attacco, chiede agli israeliani di non colpire obiettivi Usa, quando tutto l’apparato che Trump ha schierato nell’area a difesa di Israele e lì pronto, portaerei comprese“, spiega ancora Paniccia.
Che conclude così la sua analisi: “Considerato il pieno supporto militare Usa, il tempo e l’estrema preparazione israeliana appare abbastanza evidente che la risposta iraniana non potrà che avere effetti – magari forti ma limitati – rispetto ad un dirompente allargamento del conflitto“.
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