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Cosenza: intossicazione da botulino, 9 possibili casi e 1 morto
Salgono a 9 i casi e si registra un morto, per sospetta intossicazione da botulino in provincia di Cosenza, tra loro due 17enni in condizioni gravi, tutti ricoverati presso l’ospedale Annunziata di Cosenza. Sul caso indaga la procura di Paola guidata dal procuratore capo Domenico Fiordalisi, che ha istruito un’inchiesta e disposto il sequestro del camioncino di un ambulante che sul lungomare di Diamante avrebbe venduto il cibo alle persone intossicate, per la precisione panini con i broccoli. “Sono in corso le attività di verifica da parte degli organi preposti che, dopo aver effettuato campioni sulle diverse matrici alimentari, in via cautelare e prudenziale, hanno sottoposto l’attività a blocco sanitario” le parole del sindaco di Diamante Achille Ordine.
La Asl di Cosenza – da quanto apprende l’Adnkronos Salute da fonti sanitarie – sta collaborando con il centro anti-veleni e con i tecnici del ministero della Salute. “La situazione è sotto controllo, la macchina organizzativa sta funzionando”. Ma tra i camici bianchi c’è chi, nonostante il fenomeno sia circoscritto alla nota località di vacanza, sostiene che “bisogna avere la giusta attenzione, servono più controlli rigorosi nel caso di street food. I casi ci sono e tra loro registriamo un quadro clinico compromesso”.
Intossicazione da botulino, il ministero: “Attivati subito protocolli in Sardegna e Calabria”
“A seguito di due importanti cluster di intossicazione botulinica che si sono verificati nelle ultime settimane in Sardegna e Calabria, il Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute ha immediatamente attivato tutti i protocolli sanitari”. Lo sottolinea una nota del ministero della Salute.
“Il sistema di intervento ha reagito prontamente garantendo ai pazienti l’accesso tempestivo ai trattamenti antidotici salvavita – dichiara Maria Rosaria Campitiello, Capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie – La rapidità dell’intervento è stata possibile grazie alla rete capillare della Scorta strategica Nazionale Antidoti e Farmaci (Snaf) e alla collaborazione sinergica di tutti gli enti coinvolti. Ricordo che gli alimenti a rischio di tossina botulinica sono le conserve casalinghe preparate sottovuoto, in olio o acqua e, raramente, si tratta di prodotti industriali. Ecco perché è importante rispettare le regole previste per la corretta e sicura preparazione e conservazione degli alimenti”.
L’Istituto Superiore di Sanità “mantiene un ruolo centrale sia per la conferma diagnostica sui pazienti che per l’analisi degli alimenti sospetti. Il Centro Antiveleni di Pavia, riferimento nazionale per il Ministero della Salute, ha centralizzato tutte le diagnosi in collaborazione con medici d’urgenza, neurologi e rianimatori. Gli antidoti salvavita sono stati prontamente distribuiti grazie alla collaborazione del Deposito CRI Militare di Cagliari; Marina Militare di Taranto; Guardia Costiera di Napoli e Ospedali San Camillo Forlanini – prosegue la nota – L’Italia dispone di una rete di stoccaggio distribuita su tutto il territorio nazionale per garantire interventi rapidi. Prefetture, Forze dell’ordine, servizi 118 con elisoccorso e Croce Rossa collaborano costantemente per assicurare la tempestività dei trattamenti. Le indagini sui casi vengono condotte dai servizi per l’igiene degli alimenti delle Asl/Ats locali, supportati dal Sistema di allerta alimentare del ministero della Salute”
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