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Industria 5.0, il settore decolla: più tecnologia, meno consumi e lavoratori al centro del cambiamento
Dopo un avvio incerto e fortemente contestato dalle associazioni di categoria, Industria 5.0, grazie alle modifiche apportate con la Legge Finanziaria 2025, ha ripreso forza e vigore. Internet, Intelligenza artificiale, consumi energetici, innovazione, sono i must che la Commissione UE mette al centro per il benessere sia dei lavoratori che delle imprese. E lo fa con il documento “Industry 5.0: verso una industria europea sostenibile, humancentric e resiliente”. Come poi tutto questo si traduce nella vita quotidiana delle imprese è semplice, non più valore solo per gli azionisti, ma un benessere maggiormente diffuso, che abbraccia gli stakeolders e mette il lavoratore ed il suo benessere al centro del sistema di produzione.
Una visione a 360° che assegna alle nuove tecnologie un ruolo che va oltre il profitto, nel rispetto del pianeta e delle sue risorse. Tra il 2009 ed il 2019 il manifatturiero ha rappresentato costantemente il 20% del PIL europeo, posizionando l’Europa al secondo posto a livello mondiale dopo gli USA e al terzo posto in termini di potere di acquisto dopo Cina e USA. La sfida oggi è ri-umanizzare i processi, lasciando l’uomo ed il suo sapere, sintetizzato in una stratificazione consolidata in oltre 3 secoli dalla prima rivoluzione industriale, al centro dei processi. E tutto questo con un approccio resiliente, con una struttura industriale dotata di anticorpi capaci di reagire ai continui stress contemporanei.
Se la prima rivoluzione industriale è stata quella della meccanizzazione, la seconda quella della produzione di massa, con la scoperta del vapore e dell’energia elettrica a servizio dell’industria, la terza quella dell’avvento del computer, con Industria 4.0 ed oggi con Industria 5.0, si è passati alla progettazione di ambienti collaborativi tra nuove tecnologie e creatività, elemento caratterizzante l’uomo e la sua natura, attraverso la connettività e la digitalizzazione dei processi. Il passaggio contemporaneo è dai robot ai cobot, intesi come robot collaborativi in grado di coprire con sempre maggiore precisione fasi banali e ripetitive, lasciando all’uomo più tempo per sperimentare l’estro creativo. Il risultato, un sensibile incremento della qualità della vita per ognuno di noi. Come tutto questo si traduce in politiche industriali del nostro attuale Governo è presto detto: con il Piano di Transizione 5.0, naturale conseguenza del Piano di Transizione 4.0, si è intesi dare ampio spazio al sostegno alla trasformazione digitale ed energetica, destinando nel biennio 2024-2025, ben 12,7 miliardi.
Con l’approvazione del DL n. 9 del 2 marzo 2024, del Decreto Interministeriale 24 luglio 2024 e del Decreto Direttoriale 6 agosto 2024, che ha disposto l’apertura della piattaforma informatica accessibile dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), si è dato avvio alle richieste di agevolazione, sotto forma di credito di imposta, per le imprese che effettuano nuovi investimenti nel periodo 1.1.2024 – 31.12.2025, sull’intero territorio nazionale. Il contributo viene riconosciuto a fronte di investimenti innovativi che comportano un abbattimento dei consumi energetici della struttura produttiva, non inferiori al 3%, ovvero al 5% se l’abbattimento dei consumi interessa il singolo processo produttivo. In particolare la riduzione deve originare da investimenti materiali e immateriali, funzionali alla transizione tecnologica e digitale, nel rispetto delle caratteristiche previste da Industria 4.0.
Nell’ambito dei progetti di innovazione è inoltre prevista la possibilità di agevolare la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per autoconsumo, compresi i sistemi di stoccaggio, oltre a percorsi di formazione del personale, per facilitare la transizione tecnologica e digitale. Il credito di imposta riconosciuto va dal 35% al 45%, a seconda della percentuale di abbattimento dei consumi, per investimenti fino a 10 milioni di euro, da 5% al 15%, per progetti oltre i 10 milioni.
Il credito di imposta è utilizzabile in compensazione, non può essere ceduto e non concorre alla formazione del reddito. Grazie alle modifiche apportate dall’ultima Legge Finanziaria, si è stabilito inoltre che il credito di imposta 5.0 è cumulabile con il credito di imposta ZES Unica. Vista la recente scadenza per la prenotazione delle risorse relative a quest’ultima agevolazione, il consiglio è quello di analizzare con attenzione il piano di spesa presentato, verificandone la cumulabilità, occasione che potrebbe portare la percentuale agevolativa complessiva a livelli estremamente interessanti.
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