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Air India, mistero sui ritardi nelle indagini: l’India respinge l’aiuto dell’Onu, l’Occidente protesta
L’India ha negato la partecipazione di un investigatore delle Nazioni Unite all’indagine sull’incidente aereo di Air India, alimentando dubbi sulla trasparenza dell’inchiesta. Il Boeing 787-8 Dreamliner si è schiantato il 12 giugno ad Ahmedabad, provocando 270 morti. Nonostante l’agenzia ONU per l’aviazione civile avesse offerto supporto tecnico, New Delhi ha rifiutato l’assistenza esterna.
La decisione ha aggravato le tensioni con Stati Uniti e Regno Unito, che hanno espresso forti riserve sulle modalità di gestione dell’indagine da parte dell’India. Il punto critico riguarda il ritardo nell’analisi delle scatole nere, fondamentali per ricostruire la dinamica dell’incidente: il Cockpit Voice Recorder è stato recuperato il giorno successivo allo schianto, ma è stato trasferito in laboratorio solo undici giorni dopo; il Flight Data Recorder è stato trovato il 16 giugno e analizzato dopo otto giorni. Questi tempi sono giudicati “anomali” da fonti occidentali, senza giustificazioni chiare.
Le scatole nere sono state affidate all’AAIB, il laboratorio dell’Aviazione civile indiana, un organismo non indipendente, e potrebbero rimanere lì per settimane o mesi. Stati Uniti e Regno Unito contestano anche questa scelta, sostenendo che l’estrazione e l’analisi dei dati dovrebbero essere affidate a centri più specializzati e neutrali, come quelli in Francia o negli Stati Uniti. L’India ha invece respinto tali richieste.
L’incidente è avvenuto pochi secondi dopo il decollo, quando il velivolo, diretto a Londra Gatwick, ha perso potenza ai motori e si è schiantato su una mensa universitaria. Le vittime sono 241 a bordo e 29 a terra. Le cause precise restano da chiarire, ma i problemi ai motori sono al centro dell’inchiesta.
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