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Distanze abissali su tantissimi altri temi

Chi pensa che la partecipazione al Pride di Budapest di sabato scorso di Elly Schlein, Carlo Calenda, esponenti del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi Sinistra sia la base per costruire un campo largo modello Genova per le prossime elezioni politiche si sbaglia di grosso. E’ totalmente fuori strada. Anzi, non ha capito nulla. Il leader di Azione, come lui stesso e i suoi più stretti collaboratori hanno spiegato svariate volte, sono concreti e pragmatici e non ideologici.

Sui diritti civili stanno certamente con il Centrosinistra e contro il governo (per alcuni regime autoritario) ungherese di Viktor Orban. Senza se e senza ma. E non a caso Azione, ma anche Italia Viva, hanno invitato a votare SI’ al referendum dell’8 e del 9 giugno scorso sulla cittadinanza entro cinque anni e non più dieci per i cittadini stranieri in Italia, poi clamorosamente naufragato con un’affluenza boom e i NO ben sopra il 30%. Ma Calenda è lontano anni luce, “distanze abissali” dicono da Azione, su moltissimi altri temi, ad esempio quelle sul lavoro e sul Jobs Act (per restare sui recenti referendum).

Ma anche sulla politica estera, come si è visto nell’ultimo dibattito in Parlamento, mentre i 5 Stelle di Giuseppe Conte chiedevano di tornare ad acquistare gas russo, Calenda parla di Mosca e di Vladimir Putin come il pericolo numero uno per l’Unione europea oggi. Per non parlare del riarmo voluto da Bruxelles e delle spese militari al 5% del Pil entro il 2045 – accordo imposto da Donald Trump all’ultimo vertice NATO -, su questi dossier i 5 Stelle e Calenda sono su due lati diametralmente opposti.

Ma le differenze, oltre con AVS, sono notevoli anche con la stessa segretaria del Pd Schlein, che continua a inseguire i pentastellati, e che non a caso ha fatto esplodere – proprio sui temi dell’Europa, del sostegno a Ursula von der Leyen e delle spese per la difesa – nuovamente la rabbia della minoranza interna riformista e liberale pronta (come già accaduto) a disobbedire agli ordini del Nazareno e a non seguire la linea della sinistra quasi massimalista spagnola di Pedro Sanchez ma quella moderata ed europeista dell’Spd tedesca che governo con il cancelliere cristiano-democratico Friedrich Merz.

E infatti anche Dario Franceschini ha dato una chiara stoccata a Schlein affermando che si vince a sinistra (il tutto senza dimenticare che tra i Dem ci sono molti cattolici che su certi argomenti, come la difesa dei diritti della comunità gay, non sono proprio allineati con la segretaria che ne fa della battaglia principale del partito). Ma anche sui temi dell’energia, pensiamo solo al ritorno al nucleare osteggiato fortemente dal M5S, e dei trasporti-infrastrutture, così come sulla sicurezza e sull’immigrazione, le differenze nel presunto e mai esistito a livello nazionale ‘campo largo’ sono abissali e incolmabili.

E così la partecipazione insieme al Pride di Budapest è un fatto occasionale e non ha alcuna valenza politica. Azione, ad esempio, alle prossime elezioni regionali e poi comunali sceglierà in base a candidati e programmi chi sostenere, come ad esempio in Basilicata dove è con il Centrodestra. Dall’Ungheria, insomma, nessuna svolta verso il Centrosinistra allargato in vista delle Politiche.

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