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Deficit alle stelle: il rapporto sul Pil sfiora il 9%, mentre l’inflazione non accenna a calare
Nel primo trimestre del 2025, il quadro di finanza pubblica registra un indebitamento maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a causa di una crescita più marcata delle uscite rispetto alle entrate. Il saldo primario sul Pil, invece, è in lieve miglioramento. Lo riporta l’Istat, segnalando che nei primi tre mesi dell’anno l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stimato al -8,5% (contro il -8,2% nello stesso trimestre del 2024).
Il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -4,7% (contro il -4,8% nel primo trimestre del 2024). Il saldo corrente delle Ap è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -3,5% (-3,4% nel primo trimestre del 2024).
Inoltre nel I trimestre del 2025 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente in termini nominali, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,2%. Anche la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata in aumento al 9,3% (0,6 punti percentuali in più sul trimestre) e il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto dello 0,9%, scontando un aumento dello 0,9% dei prezzi.
Lo riporta l’Istat nel conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, sottolineando che “il potere d’acquisto delle famiglie si conferma su un sentiero di crescita che, iniziato nel primo trimestre 2023, era stato interrotto solo durante l’ultimo trimestre del 2024. Nello stesso arco temporale, i dati mostrano un lieve aumento della propensione al risparmio, stimata su livelli relativamente alti rispetto a quelli medi degli ultimi tre anni”.
Inflazione: Istat, a giugno balzo del carrello della spesa, +3,1%
A giugno 2025 il tasso di crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” aumenta (+3,1% da +2,7%) e aumenta anche l’inflazione di fondo (+2,1%, dall’+1,9% di maggio). Lo comunica l’Istat nel rapporto sui prezzi al consumo provvisorio.
L’andamento dell’inflazione riflette la lieve accelerazione sia dei prezzi dei beni (da +0,8% a +1,0%; -0,1% su maggio), sia quella dei servizi da (+2,6% a +2,7%; +0,6% su maggio). La dinamica tendenziale dei beni si deve soprattutto all’andamento dei prezzi dei Beni alimentari (da +3,0% a +3,5%; +0,2% su maggio). Infatti, accelerano sia i prezzi degli alimentari lavorati (da +2,7% a +3,0%; +0,6% su maggio) sia quelli degli alimentari non lavorati (da +3,5% a +4,2%; -0,4% su maggio).
In particolare, si accentua il ritmo di crescita dei prezzi di frutta fresca o refrigerata (da +4,2% a +7,1%; -0,9% su maggio) e delle carni (da +4,1% a +4,5%; +0,5% su maggio); al contrario rallentano i prezzi dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +2,1% a +1,2%; -2,5% su maggio).
Nel settore energetico si amplia la flessione dei prezzi su base tendenziale (da -2,0% a -2,5%; -1,2% su maggio), principalmente a causa della decelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +29,3%% a +22,7%; -2,9% su maggio) che risente dell’evoluzione dei prezzi dell’energia elettrica mercato tutelato (da +46,5% a +39,9%; -4,5% su maggio) e di quelli del gas di città e gas naturale mercato tutelato (da +3,5% a +2,3%; +2,2% su maggio).
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