Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Sébastien Guigues è arrivato alla guida di Renault Italia in un momento chiave.
La casa francese ha rinnovato quasi per intero la propria gamma e si appresta a lanciare modelli cruciali per il mercato italiano. Il nuovo direttore generale non è persona incline all’esitazione. Anzi, accoglie la sfida con determinazione, perché dice “non si può più tornare indietro. L’elettrico è una direzione irreversibile, anche in Italia”.
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p data-end=”1509″ data-start=”1087″>Lo incontriamo nei giorni in cui si prepara il lancio della nuova Renault 4 elettrica, che per Guigues “sarà perfetta per il nostro Paese: compatta, comoda, capiente, tecnologica. Un’auto che può parlare a tanti italiani, soprattutto a chi ha già due vetture o vive in una casa con un punto di ricarica. Il problema spiega è che troppo spesso si cerca di elettrificare tutti, senza valutare bene chi è davvero pronto”.
Guigues è diretto, non ama i giri di parole. Per lui, elettrico e ibrido sono due gambe dello stesso cammino. “Luca de Meo ha fatto una scelta intelligente, lasciando aperta la strada a entrambe le tecnologie. Non tutti possono permettersi un’elettrica, o semplicemente non la vogliono. E allora l’ibrido è un primo passo utile. Guardate chi cresce in Europa: Toyota e Renault. Le due case che ci credono da anni”.
La nuova missione italiana, però, parte da una consapevolezza: Renault oggi non è dove dovrebbe essere. “Siamo sesti o settimi nel mercato, ma l’Italia merita molto di più. Dobbiamo rimettere in ordine le cose, ragionare sul modo in cui vendiamo, capire come usare meglio la nostra conoscenza, se puntare su GPL, ibrido o elettrico. Quest’anno serve per ristrutturare, il rilancio vero partirà nel 2026”.
Guigues guarda al lungo termine con lucidità e pragmatismo. “Renault deve tornare ad essere vista come una marca leader. I cinesi sono bravi, ma non hanno ancora il parco circolante, la rete, il post-vendita. Per costruire ciò che noi abbiamo in Italia, ci vogliono vent’anni. È vero, BYD fa quasi il 10% del mercato in poco tempo. Ma anche in Spagna sono arrivati, e Renault e Dacia hanno aumentato la quota”.
Il paragone con il calcio è dietro l’angolo. “Quando giochi in casa, sei tu che fai paura. Non chi arriva. Se sei debole, ti travolgono. Ma se sei preparato, resti in piedi. Noi siamo a casa nostra e dobbiamo ricordarlo”.
Sugli incentivi, il giudizio è netto: “Sono utili se strutturati nel tempo. Altrimenti non aiutano davvero. E se il bonus vale solo per ISEE dai 30.000 ai 40.000 euro, ok, ma ci rientrano comunque più della metà degli italiani. Il problema non è la misura, è la coerenza. Le persone devono sapere che ci saranno anche domani, non solo per un mese”.
Parlando di strategie, la direzione è chiara: piccoli modelli elettrici, leggeri, pensati per il contesto europeo. “Per elettrificare davvero un Paese servono auto adatte. La R5 è molto più intelligente di una berlina da 100.000 euro. Ed è importante anche dove produci: se fai l’auto in Cina e la vendi qui, emetti CO₂ nel trasporto. Il futuro è produzione vicino al cliente”.
Non manca un passaggio sul futuro di Alpine, marchio sportivo e 100% elettrico. “La 390 è qualcosa di incredibile. Non ne venderemo migliaia, certo, ma è un prodotto con un’anima. È questo che conta, anche in un gruppo con più brand. Dacia ha un ruolo, Renault un altro, Alpine un altro ancora. È l’equilibrio che fa la forza”.
E sulla concorrenza cinese in arrivo Guigues è chiaro anche con la rete di concessionari. “Non vieto nulla, siamo in democrazia. Ma attenzione a cosa scegliete: alcuni marchi scompariranno presto. Il nostro dealer deve essere solido, e se sbaglia partner rischia in proprio. Renault non coprirà certe scelte”.
Tornando alla questione infrastrutture, Guigues non si fa illusioni. “In Italia i problemi ci sono. Il prezzo dell’energia, colonnine. Ma il vero errore è generalizzare. Non si può chiedere l’elettrico a chi vive in condominio, guadagna poco e non ha parcheggio. Dobbiamo targettizzare, proporre l’elettrico a chi può davvero beneficiarne”.
Infine, un pensiero sul futuro più ampio. “L’elettrico oggi è una risposta politica, non solo industriale. Ma non sarà l’unica soluzione. L’idrogeno avrà il suo spazio, i combustibili sintetici anche. Ci saranno più tecnologie, ognuna per un’esigenza diversa. E sarà la domanda, non l’ideologia, a decidere cosa resterà”.
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
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