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Ucraina: tre anni di una Guerra che la Russia, alla fine, non ha vinto

24 febbraio 2022, 24 febbraio 2025; sono passati tre anni dall’invasione della Russia in Ucraina e la situazione sul campo pare confusa, stagnante e soprattutto molto lontana dal’idea di “operazione lampo” con cui Mosca credeva di potersi prendere il paese in due-tre settimane. Con Stefano Piazza, esperto di sicurezza, geopolitica e terrorismo cerchiamo di capire come stanno le cose oggi ed alla fine quale possa essere il bilancio dal punto di vista bellico da fare al Cremlino e non solo.

“In origine, Vladimir Putin aveva immaginato un’invasione che si sarebbe conclusa in 2-3 settimane (dopo aver preso la capitale ucraina Kiev in tre giorni) e  non certo in un conflitto lungo anni del quale non si vede la fine. Qui bisogna ricordare che il Presidente russo prima dell’invasione, chiese alle sue agenzia di intelligence civili e militari di esperimersi sul suo progetto militare.

Nessuno ebbe il coraggio di dirgli la verità ovvero che l’esercito era inefficente e corrotto in ogni sua struttura, che gli armamenti erano vecchi, e quelli nuovi erano stati venduti al mercato nero dai comandanti. Il presidente russo come noto non ama essere contraddetto e per questo gli vennero forniti report nei quali si diceva che i soldati russi “saranno accolti come liberatori dagli ucraini”.

E cosi’ le sue errate convinzioni riguardo alla capacità e alla volontà dell’Ucraina di difendere il proprio territorio hanno impedito una preparazione adeguata dal punto di vista economico-militare-sociale Inoltre, Putin non è riuscito a prendere le decisioni difficili ma necessarie per strutturare i sistemi indispensabili a sostenere un conflitto prolungato. Già oggi, la continuità delle ostilità e le significative perdite sul campo stanno generando seri problemi economici in Russia, che potrebbero intensificarsi ulteriormente nei prossimi 12-18 mesi”.

Come stanno oggi le cose sul campo?

“Durante il 2024 l’esercito russo ha ampliato il proprio controllo in Ucraina, aggiungendo quasi 400.000 km² ai territori già detenuti, che rappresentavano il 18% del paese. Tuttavia, questo incremento equivale a meno dell’1% dell’intera area ucraina. Nel 2022, invece, le ambizioni russe erano decisamente più elevate: gli obiettivi principali erano conquistare rapidamente Kiev e occupare due terzi del territorio ucraino lungo il fronte orientale.

Le forze russe hanno accumulato perdite rilevanti di veicoli e sistemi d’artiglieria sul campo, una situazione destinata a rivelarsi insostenibile nel medio-lungo termine, viste le limitate capacità industriali della difesa russa e le riserve di armamenti e equipaggiamenti risalenti all’era sovietica. All’inizio di febbraio 2025, il comandante in capo ucraino, generale Oleksandr Syrskyi, ha dichiarato che, dall’inizio dell’invasione su vasta scala nel febbraio 2022, la Russia ha perso – in termini di danni o distruzioni – quasi 10.000 carri armati. Ma non solo.

I dati forniti dallo Stato Maggiore ucraino rivelano che solo nel 2024 le forze ucraine hanno neutralizzato o danneggiato 3.689 carri armati, 8.956 veicoli da combattimento per la fanteria (IFV), 13.050 sistemi d’artiglieria e 407 sistemi di difesa aerea. Oltre a questo il British International Institute for Strategic Studies (IISS) ha stimato recentemente che, nel corso del 2024, le forze ucraine hanno eliminato 1.400 carri armati da combattimento russi e oltre 3.700 IFV e veicoli corazzati per il trasporto di personale (APC) russi, tenendo in considerazione soltanto i veicoli distrutti”.

E a che punto sono i rifornimenti?

“Aldilà della propaganda russa che magnifica le imprese del suo esercito in Ucraina è molto probabile che nei prossimi mesi la Russia debba fronteggiare restrizioni legate a risorse materiali, manodopera ed economia, mettendo così a dura prova la capacità del Cremlino di sostenere l’impegno militare in Ucraina nel medio-lungo termine, se le perdite continueranno  al ritmo attuale.

La base industriale della difesa russa (DIB) non è in grado di produrre nuovi veicoli corazzati e sistemi di artiglieria a un ritmo sufficiente a compensare le perdite attuali nel medio-lungo termine. Ad esempio, la Russia è in grado di fabbricare circa 200 IFV all’anno, cifra che risulta ben inferiore anche alle stime più prudenti delle perdite registrate nel 2024.

In modo analogo, la produzione annuale di canne di artiglieria si attesta intorno alle 50 unità, e un rapido aumento di questa capacità è ostacolato dal fatto che attualmente esistono solo due stabilimenti dotati dei macchinari specializzati necessari. Infine, alcuni analisti prevedono che le scorte di equipaggiamento dell’era sovietica in Russia potrebbero esaurirsi entro la fine del 2025 o nel 2026.

L’IISS ha inoltre evidenziato che la Russia potrebbe affrontare una significativa carenza di pezzi di ricambio necessari per la ristrutturazione di carri armati e veicoli blindati, poiché una parte consistente delle unità prebelliche conservate nei depositi sono rappresentate da scafi cannibalizzati o in condizioni tali da non poter essere recuperati per compensare le elevate perdite previste nel 2025 e oltre”.

Spesso una guerra porta con se, con o senza sanzioni internazionali, una serie innegabile di problemi economici. Come vanno le cose oggi a Mosca e nel paese da questo punto di vista?

Vladimir Putin ha completamemte distrutto l’economia russa tanto che la guerra prolungata in Ucraina sta erodendo la ricchezza nazionale, intaccando il fondo sovrano e alimentando l’inflazione. Secondo Bloomberg, a gennaio 2025 la quota di liquidità del fondo – ovvero i contanti e gli investimenti prontamente liquidabili – è calata del 24% nel 2024, riducendo il fondo a 3,8 trilioni di rubli (circa 47,1 miliardi di dollari) al 1° gennaio 2025.

Prima dell’invasione su vasta scala, il fondo ammontava a 8,9 trilioni di rubli (circa 97,8 miliardi di dollari); ciò significa una riduzione del 57%, evidenziando come la principale fonte di finanziamento, derivante dalle entrate energetiche, sia stata gravemente intaccata. Per finanziare la difesa e la sicurezza, la Russia ha stanziato 17 trilioni di rubli (circa 177 miliardi di dollari) dal bilancio pianificato per il 2025, pari a circa il 41% della spesa annuale totale. Contestualmente, il Ministero delle Finanze ha riportato un incremento vertiginoso del deficit fiscale, che è passato da 124 miliardi di rubli (circa 1,3 miliardi di dollari) nel gennaio 2024 a 1,7 trilioni di rubli (circa 18,6 miliardi di dollari) nel gennaio 2025, oltre dieci volte superiore”.

Dati devastanti. Come sopravvive il paese quindi?

“Difficile dirlo, ma la situazione è davvero seria. Questo continuo aumento delle spese militari, unito alla progressiva riduzione del fondo sovrano, indebolirà la capacità della Russia di resistere a future crisi economiche, siano esse collegate o meno alla guerra in Ucraina. Inoltre, mentre nel gennaio 2024 la Russia registrava un surplus della bilancia dei pagamenti di 2,9 miliardi di dollari, nel gennaio 2025 si è arrivati a un deficit di 700 milioni di dollari.

Alcuni economisti prevedono che, se le attuali tendenze continueranno, le ultime riserve liquide potrebbero esaurirsi già nell’autunno del 2025. Da quel momento nessuno è in grado di prevedere cosa accadrà a Mosca ma sono in crescita coloro che ritengono che il post conflitto porterà la Russia a diventare dal punto di vista economico una “provincia” cinese. I numeri non mentono mai e prima o poi la propaganda si scontrerà con la realtà ovvero che l’invasione russa in Ucraina è un totale fallimento per la Russia sia dal punto di vista bellico che economico”.

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