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Dazi, Trump: “Proroga 90 giorni accordo con Messico”

“Ho appena concluso una conversazione telefonica con la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, che si è rivelata molto proficua, in quanto ci stiamo conoscendo e comprendendo sempre di più. Le complessità di un accordo con il Messico sono in qualche modo diverse rispetto ad altre nazioni, a causa sia dei problemi che delle risorse del confine. Abbiamo concordato di prorogare, per un periodo di 90 giorni, esattamente lo stesso accordo che avevamo in precedenza, ovvero che il Messico continuerà a pagare una tariffa del 25% sul Fentanyl, una tariffa del 25% sulle automobili e una tariffa del 50% su acciaio, alluminio e rame“. Lo scrive il presidente degli Stati Uniti Donald Trump su Truth.

“Il Messico – specifica Trump – ha accettato di porre fine immediatamente alle sue numerose barriere commerciali non tariffarie. Parleremo con il Messico nei prossimi 90 giorni con l’obiettivo di firmare un accordo commerciale entro i 90 giorni, o anche più a lungo”.

Dazi, resta alta l’attesa per le decisioni che verranno prese domani da Washington.

L’Unione europea guarda con attenzione alla giornata di domani, il primo di agosto, quando gli Stati Uniti dovranno formalizzare l’attuazione dell’intesa raggiunta domenica scorsa tra la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente americano Donald Trump, basata su una tariffa del 15%. Lo ha ribadito oggi un portavoce della Commissione Ue: “L’Ue si aspetta che domani gli Stati Uniti diano attuazione all’accordo”.

Intanto, i negoziatori Ue e Usa sono al lavoro per finalizzare una dichiarazione congiunta che sancisca ufficialmente l’intesa di principio. Il documento dovrebbe porre fine a settimane di tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico, ma restano molti nodi da sciogliere.

Tra questi, il capitolo sulle esenzioni dai dazi per prodotti tradizionali europei, come vino e liquori, ancora non inclusi nel primo pacchetto di esclusioni previsto. “La Commissione rimane determinata a ottenere il massimo numero di esenzioni”, ha spiegato un portavoce, ma “non ci aspettiamo che vini e liquori siano tra i primi prodotti esclusi”. Di conseguenza, questi settori – pilastri dell’export agroalimentare europeo – rischiano di essere colpiti dalla nuova tariffa del 15%.

La pressione sugli Stati Uniti si fa sentire anche da altri Paesi membri, in particolare dalla Francia, che intende ottenere esenzioni anche per settori strategici come la salute, la farmacia, l’agroalimentare e la chimica. La viceministra al commercio, Véronique Louwagie, ha dichiarato: “Ci chiediamo se tutto sia già deciso: la risposta è no. Dobbiamo far sentire la nostra voce e proteggere le nostre imprese, non solo nel vitivinicolo, ma anche nella salute e nell’industria aerospaziale”.

Sul fronte opposto, il presidente americano Donald Trump rivendica con forza la sua politica commerciale: “I dazi stanno rendendo l’America di nuovo grande e ricca. Per anni sono stati usati contro di noi, ora la tendenza è cambiata”, ha scritto sul suo social Truth. “Un anno fa l’America era un Paese morto, ora è il più caldo del mondo. Congratulazioni a tutti!”

 

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