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Anm attacca Nordio: in una lettera del ’94 dichiarava di essere “contrario alla divisione delle carriere dei magistrati”
Torna al centro del dibattito pubblico il disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere, approvato lo scorso martedì dal Senato. Ma stavolta a far discutere non sono solo le proteste e la netta contrarietà dell’opposizione, bensì lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio e in particolare un documento che firmò nel 1994. Sulla rivista online dell’Associazione – La magistratura – è stata pubblicata «una lettera firmata dall’allora magistrato a Venezia e inviata proprio all’Anm», nel quale dichiarava di essere fortemente «contrario alla divisione delle carriere dei magistrati con funzioni requirenti e con funzioni giudicanti».
Nordio non nega quella missiva, ma ne spiega il motivo: «Nel ’92 eravamo tra stragi e tangentopoli. Io stesso ero oggetto di attacchi da parte della politica perché avevo arrestato democristiani e socialisti, e la magistratura doveva restare compatta. Ma tre anni dopo scrissi che stavamo esagerando, e che erano necessarie riforme radicali». In un’intervista al Giornale poi aggiunge: «Il Giornale e il Corriere uscirono con un titolo in prima pagina: “Il giudice Nordio si pente”. Da allora, non ho più cambiato idea. E nel 1997 fui chiamato dai probiviri dell’Anm per render conto delle mie idee eretiche. Naturalmente li mandai al diavolo. Ho recuperato la corrispondenza e l’ho fatta mettere nel sito del ministero». Nordio ha anche sottolineato di essersi espresso sulla separazione delle carriere «la prima volta 30 anni fa, e naturalmente fui pesantemente criticato dall’Anm. Non era facile, a quei tempi, mantenere la barra dritta. Ora questa impresa si sta realizzando».
Sulla questione intervengono i 5 Stelle: «Rivolgiamo un appello al ministro Carlo Nordio: dia retta al Pm Carlo Nordio che nel 1994 firmò la lettere che i magistrati della Procura di Venezia mandarono all’Anm per aderire all’appello pubblicato sulla rivista La Magistratura nell’aprile 94, che raccolse più di 1500 adesioni e che tra le varie motivazioni per opporsi alla separazione delle carriere, sottolineava come nella storia dell’Italia repubblicana l’indipendenza del Pm rispetto all’esecutivo e l’unicità della magistratura abbiano rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità e la tutela del principio di eguaglianza dinanzi alla legge. Come dare torto all’appello, siamo in perfetta sintonia con il Nordio versione 1994: spaccando in due la magistratura e aggredendola continuamente con azioni denigratorie e punitive si fa un enorme danno ai cittadini, oltre che alla giustizia in generale, colpendo in modo distruttivo i principi della legalità e dell’uguaglianza». A sottoscrivere l’appello i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato: Federico Cafiero De Raho, Stefania Ascari, Anna Bilotti, Valentina D’Orso, Roberto Scarpinato, Carla Giuliano e Ada Lopreiato.
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