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Garlasco, spuntano nuovi testimoni e si torna a parlare della famiglia Cappa (ma non delle gemelle)

Il delitto di Garlasco si tinge sempre più di giallo. Un nuovo dettaglio, fin qui trascurato, potrebbe stravolgere ancora una volta tutto in questa infinita vicenda che si trascina da oltre 18 anni. Ancora non si conosce il vero assassino di Chiara Poggi, nonostante la condanna in via definitiva di Alberto Stasi. Il caso è stato per l’ennesima volta riaperto e ora i pm puntano il dito contro Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e unico nuovo indagato. Ma la trasmissione Le Iene (Italia 1) ha svelato qualcosa di inedito. Diversi testimoni, infatti, avrebbero parlato di una donna avvistata nei pressi della villetta di via Pascoli, la casa dove è stata uccisa Chiara, proprio nell’ora del delitto.

Ed è proprio unendo le presunte testimonianze date dagli abitanti di Garlasco che il programma sarebbe risalito a Maria Rosa Poggi, zia di Chiara e madre delle gemelle Cappa: “Le dichiarazioni concordano nel collocare una determinata persona in un determinato posto a una certa ora – sostiene l’inviato de Le Iene. Quando diverse persone che non si conoscono tra loro finiscono per dare una stessa indicazione almeno vale la pena pensarci”.

Ieri ha parlato Andrea Sempio e ha negato ogni tipo di corruzione con l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, su cui è aperta un’inchiesta a Pavia. “Non ci può essere alcun collegamento con l’idea di corruzione. Faranno le loro verifiche ma – dice Sempio a Chi l’ha visto? – non ci può essere nulla che colleghi noi a Venditti, a qualche caso strano di corruzione. Parliamo comunque di cifre basse, molto dilazionate nel tempo”. “A meno che i miei avvocati molto generosamente, senza dire nulla, magari hanno messo da parte i soldi per arrivare a metterli in mano a qualcuno… ma non credo, non tornano le cifre e i tempi”.

Nell’ultimo colloquio con l’ormai suo ex legale Massimo Lovati. Sempio ha detto di aver chiarito anche questo aspetto. “Gli ho chiesto esplicitamente se fosse successo qualcosa, se potesse saltar fuori qualcosa che non so, che non mi aspetto riguardo all’ipotesi di corruzione, e lui mi ha garantito no, che sotto non c’era nulla”. Così ha spiegato lo stesso trentasettenne, indagato nella nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, aggiungendo che ci sono altri appunti del padre con annotate le spese legali “annotate in migliaia”. “Quando scrive 20.30 intende venti o 30 euro. Secondo me quello è un appunto che si era scritto e non è nulla di più di lui che parla con gli avvocati e chiede ‘per avere in mano la stampa dell’archiviazione quanto viene?’ e l’avvocato gli avrà detto ‘venti o trenta euro'”.

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