Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Raffaele Fusilli, amministratore delegato di Renault Italia, non ha mezzi termini: se l’elettrico vuole davvero diventare popolare, deve passare dalle piccole auto.
Non basta sfornare modelli premium o SUV elettrici: “Con le medie e le grandi non ne usciamo. Servono auto piccole, accessibili e belle da vedere. E servono regole nuove, altrimenti non si può fare industria”. Il riferimento è chiaro: all’attuale impianto normativo europeo, che impone gli stessi vincoli di sicurezza e di emissioni a citycar da 20mila euro e a berline di lusso da 80mila.
Fusilli, Renault è pronta a rilanciare il mito della R4 in chiave elettrica. Quanto conta oggi una piccola elettrica nel mercato europeo?
«Tantissimo. È forse la condizione non sufficiente ma necessaria per far decollare l’elettrico. Senza auto piccole e accessibili, la mobilità elettrica resterà confinata a una nicchia. Noi siamo pronti: nel 2026 arriva una nuova elettrica sotto i 20.000 euro. E lo diciamo da tempo: bisogna fare piccole elettriche, non possiamo aspettare di salvare il mercato con le grandi. Le persone devono potersele permettere.»
Il tema dell’accessibilità è però strettamente legato a quello normativo. Cosa chiedete all’Europa?
«Che ci siano regole più eque. Oggi una piccola auto da città deve rispettare gli stessi obblighi di una berlina di cinque metri. Ma il costo dei sistemi di sicurezza è fisso, non proporzionale. Quindi pesa molto di più su un’auto da 20mila euro. È un problema che ci impedisce di fare industrialmente piccole elettriche redditizie. Per questo chiediamo norme differenziate per segmento, per taglia, per peso. Altrimenti i costruttori devono scegliere: o perdono soldi, o fanno auto che la gente non compra.»
Anche De Meo ha recentemente criticato la burocrazia europea. Voi come state gestendo questa incertezza normativa?
«È complicato. Noi dobbiamo pianificare oggi per cicli produttivi da 6-8 anni, ma non sappiamo se nel 2026 o nel 2027 le regole saranno ancora le stesse. Per ora lavoriamo sull’attuale scadenza del 2035, e facciamo il 100% per rispettare quella deadline. Ma chiediamo chiarezza. Perché ogni modifica normativa impatta su centinaia di milioni di euro d’investimento. E il sistema industriale europeo non può permettersi improvvisazioni.»
R4 o R5: quale venderà di più in Italia?
«L’R4, forse. Non è piccolissima, ma è molto versatile. La usi in città, ma anche per il weekend. Recupera l’anima della vecchia “auto blue jeans”: capiente, semplice, iconica. La R5 è nata per essere più urbana, più compatta. Però entrambe hanno un design che funziona, e questo oggi è fondamentale. Se un’auto non ti piace, non ti chiedi neanche quanto costa.»
Quindi design prima di tutto?
«Assolutamente sì. Il design è la prima ragione d’acquisto. Vale per le auto, come per qualsiasi oggetto: se non ti piace, non lo compri. Ma per noi c’è qualcosa in più. C’è la memoria collettiva, c’è la leggenda. Nessun marchio cinese può vantare un’icona come la R4 o la R5. La storia vale più del marketing. E poi facciamo auto belle, non è un caso. Lavoriamo su dettagli che fanno la differenza: la calandra della R4 illuminata, il deflettore posteriore, la coerenza dello stile. La bellezza è nel DNA Renault.»
Autonomia: è un tema ancora critico per molti italiani. Cosa offre l’R4?
«Con la batteria da 52 kWh, si arriva attorno ai 400 km reali. È una soglia ragionevole per un uso misto. Lo sappiamo, più autonomia significa più batteria e quindi più costo. È sempre un equilibrio tra prezzo, efficienza e versatilità. Per molti, la ricarica avviene a casa. Per altri, ancora no. È lì che le infrastrutture devono crescere. Ma il prodotto deve restare accessibile, altrimenti non si vende.»
C’è ancora spazio per le ibride nel segmento A-B?
«Assolutamente sì. Dipende sempre da quanto riesci a costruire valore senza perdere soldi. La 5 e la 4 sono elettriche perché vanno in quella direzione. Ma non abbiamo spento lo sviluppo ibrido. Servono entrambe. E ci sarà una nuova piccola nel 2026, una vera elettrica da città a meno di 20.000 euro. Siamo pronti a farla. Ma, di nuovo, ci serve un quadro regolatorio che ce lo permetta.»
Renault ha avuto un ruolo forte nella storia dell’auto in Italia. Ora la gamma è al completo. Che momento è per i concessionari?
«È un momento storico. Credo non abbiamo mai avuto una gamma così completa. Per la rete è un Luna Park. C’è un’offerta ampia, articolata, ben costruita. Ci sono auto che si vendono più facilmente, altre meno. Ma è sempre stato così. L’elettrico è più difficile da vendere oggi? Sì. Ma Renault è credibile: ha vinto due volte di fila l’“Auto dell’anno” con due elettriche. I risultati dicono che la 5 è la più venduta nel segmento B elettrico da gennaio. Quindi non è facile, ma è possibile.»
Alpine è il terzo incomodo nella nuova gamma?
«Alpine è un progetto strategico, molto importante. È un marchio che sta crescendo, con un posizionamento unico, e dietro c’è un impegno diretto di Luca De Meo. Sta arrivando la 390, che completerà l’offerta sportiva e completamente elettrica. I numeri sono piccoli ma in crescita. È un brand in costruzione, anche in Italia, e lo facciamo con convinzione.»
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet