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Ore di schermaglie per arrivare infine a documenti incrociati in cui da un lato i Popolari chiedono le future dimissioni di Ribera in caso di inchieste spagnole e, dall’altro, Socialisti e Renew “si rammaricano” per la scelta di Von der Leyen di attribuire la Vicepresidenza esecutiva a Fitto

Comunque la si giri la partita europea che ha portato alla nomina di Raffaele Fitto a Vicepresidente esecutivo della Commissione europea è un indubbio successo diplomatico di Giorgia Meloni. È vero, manca ancora il passaggio del voto finale degli eurodeputati a Strasburgo la prossima settimana, ma se davvero la maionese impazzirà – come qualcuno a sinistra minaccia – non sarà certo responsabilità della premier italiana che ha già schierato il suo partito sul Si all’Ursula-bis. 

Meloni aveva scommesso che sarebbe riuscita a portare a casa il risultato pur non avendo sostenuto Von der Leyen a luglio. Un po’ perché il rapporto tra le due era sempre rimasto saldo, un po’ perché “l’Italia è l’Italia” e avrebbe meritato quel ruolo. 

E così è andata a finire, nonostante i boicottaggi intentati da socialisti, liberali e verdi, per mesi alla disperata ricerca di un modo per sbarrare la strada a un esponente della destra meloniana, per quanto di saldissime radici Dc, come Raffaele Fitto. A complicare il tutto la “questione spagnola”, cioè il virulento attacco dei Popolari iberici contro la candidata Vicepresidente socialista Teresa Ribera, sul banco degli imputati in patria per la tragica alluvione di Valencia. 

Alla fine il compromesso sembrava essere stato trovato su un documento in 10 punti vergato dai capigruppo della “maggioranza europeista” (Ppe, socialisti e macroniani) ma, al momento del voto serale nelle Commissioni competenti, tutto si è di nuovo bloccato per la “questione spagnola”. Ore di schermaglie per arrivare infine a documenti incrociati in cui da un lato i Popolari chiedono le future dimissioni di Ribera in caso di inchieste spagnole e, dall’altro, Socialisti e Renew “si rammaricano” per la scelta di Von der Leyen di attribuire la Vicepresidenza esecutiva a Fitto. E così in tarda serata, a partita chiusa e vinta, ha buon gioco il capogruppo meloniano a Bruxelles Carlo Fidanza a chiedere conto ancora una volta della posizione del Pd. 

Quella dichiarazione del gruppo socialista contro la Vicepresidenza italiana è stata condivisa anche dal Pd, che dei socialisti è la delegazione più numerosa? E ciò è avvenuto nonostante gli appelli di Mattarella e la firma del documento comune di maggioranza? Se così non è stato, oggi leggeremo una dissociazione Dem dalla linea del loro Gruppo? E così, mentre l’Eurocamera si prepara a gestire il passaggio finale di settimana prossima, c’è da scommettere che le scintille italiane riprenderanno già oggi.

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