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Iveco verso la vendita, Exor in trattativa con Tata Motors. Il mercato premia

Iveco potrebbe presto cambiare padrone. Secondo quanto riportato da Reuters, la famiglia Agnelli, attraverso la holding Exor, starebbe già da tempo valutando la possibilità di cedere il gruppo torinese che produce camion, autobus e motori industriali. Tra i potenziali acquirenti spunta però un nome che fino ad oggi nessuno aveva messo sul tavolo: Tata Motors, gigante indiano dell’automotive, che avrebbe già avviato contatti con Exor per rilevare la quota di controllo della società.

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p data-end=”804″ data-start=”129″>Ma le indiscrezioni parlano di trattative in corso, ancora in fase preliminare, e non limitate soltanto a Tata. Exor avrebbe infatti avviato colloqui anche con altri potenziali compratori, tutti extraeuropei. Non tutto però sarebbe in vendita. Resterebbe fuori dall’operazione Iveco Defence Vehicles (IDV), il ramo che produce mezzi militari e blindati, considerato troppo strategico per finire in mani straniere senza un approfondito vaglio governativo. In realtà su IDV la partita è già aperta da mesi. Lo scorso maggio Iveco aveva annunciato l’intenzione di scorporare la divisione entro la fine del 2025 o di venderla separatamente.

In corsa per rilevarla ci sarebbero almeno tre offerte, tra cui quella congiunta dell’italiana Leonardo e della tedesca Rheinmetall, la proposta del gruppo franco-tedesco KNDS e quella del ceco Czechoslovak Group (CSG). La valutazione, secondo Bloomberg, si aggira intorno a 1,9 miliardi di euro. Iveco, oggi, vale circa 4,2 miliardi di euro in Borsa e impiega oltre 36.000 persone, di cui 14.000 in Italia. È il player più piccolo tra i grandi produttori europei di camion, un mercato in mano a colossi come Volvo, Daimler e Traton (Volkswagen).

Per la holding della famiglia Agnelli questa possibile cessione non sarebbe un fulmine a ciel sereno. Da tempo Exor sta diversificando il portafoglio, puntando su settori più redditizi o con maggiore potenziale di crescita come il lusso, la salute e l’IA. La vendita di Iveco andrebbe quindi in questa direzione, liberando risorse da reinvestire altrove. Per Tata Motors, invece, un’operazione di questo tipo rappresenterebbe un passo importante per rafforzare la presenza in Europa nel settore dei veicoli industriali.

Il gruppo indiano, fondato nel 1945 e con sede a Jamshedpur, è la più grande casa automobilistica dell’India ed è parte del più ampio Tata Group, uno dei conglomerati più influenti e diversificati del paese. Tata Motors produce auto, camion, autobus e veicoli commerciali leggeri: nel 2004 ha comprato la divisione camion della coreana Daewoo, nel 2008 ha rilevato due marchi iconici come Jaguar e Land Rover da Ford.

In Italia non è un nome nuovo, e nemmeno per gli Agnelli. Infatti nei primi anni 2000 Tata aveva avviato una joint venture con Fiat per la produzione di auto e motori nello stabilimento di Ranjangaon, nello stato indiano del Maharashtra. Lì sono nati modelli come la Fiat Grande Punto e la Linea, ma anche le Tata Indica Vista e Indigo Manza. L’accordo industriale è poi terminato, ma la collaborazione è proseguita sul fronte della fornitura di motori diesel, come il celebre 1.3 Multijet montato su diversi modelli Tata fino a pochi anni fa.

Per il momento, comunque, siamo ancora nel campo delle trattative. Nessuna delle parti in causa ha confermato o smentito ufficialmente. Ma il mercato ha già reagito. Dopo le indiscrezioni, il titolo Iveco, salito fino a oltre il 9% dopo le prime indiscrezioni, ha guadagnato nel finale l’8,32% a 16,6 euro. Un segno che, tra gli investitori, cresce l’idea che questa volta qualcosa di concreto possa davvero accadere.

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