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Agnelli-Elkann, la bozza che riapre il caso: un documento del 2001 riscrive la storia dell’eredità dell’Avvocato

Un dattiloscritto di quattro pagine, con due timbri in alto a destra: “BOZZA” e “14 novembre 2001”. A prima vista, un normale documento preparatorio. Ma il suo contenuto – e soprattutto la data – lo rendono un pezzo di storia familiare e giudiziaria. Quella bozza, mai trasformata in atto definitivo, fu redatta ventiquattr’ore prima del suicidio di Edoardo Agnelli, il figlio dell’Avvocato, che il 15 novembre 2001 si gettò dal viadotto dell’autostrada Torino-Savona.

A riportarla è il Fatto Quotidiano. Nelle ultime righe della seconda pagina si legge: “Il signor Giovanni Agnelli dona al signor Edoardo Agnelli, che accetta, la nuda proprietà… riservandosi l’usufrutto generale vitalizio di una quota di lire 5 miliardi della Dicembre Società semplice, con sede in Torino”. In pratica, Gianni Agnelli stava predisponendo un passaggio di quote della Dicembre, la cassaforte di famiglia che controlla il cuore finanziario dell’impero Agnelli-Elkann, attraverso la Giovanni Agnelli B.V. e Exor.

Edoardo Agnelli e Gianni Agnelli (fonte foto Fatto Quotidiano)

Quel documento, insieme ad altre carte, è riemerso nel novembre 2024 durante una perquisizione della Guardia di Finanza di Torino nello studio dell’avvocato Franzo Grande Stevens, storico consigliere e uomo di fiducia dell’Avvocato. Le carte sono finite nel fascicolo dell’inchiesta penale sull’eredità Agnelli, avviata dai pm torinesi Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Giulia Marchetti dopo l’esposto di Margherita Agnelli, unica figlia di Gianni e Marella. Margherita contesta la legittimità delle donazioni e delle residenze fiscali che avrebbero consentito di spostare parte dell’eredità in Svizzera e nei paradisi fiscali.

Il filone penale, però, è in via di chiusura. Il 27 ottobre il gip Patrizia Demaria dovrebbe concedere a John Elkann, attuale presidente di Stellantis, la messa alla prova per dieci mesi presso le scuole salesiane di Torino, evitando così un processo per truffa ai danni dello Stato. Elkann ha già versato 183 milioni di euro al fisco, per sanare quanto ricostruito dalla procura: circa un miliardo di euro occultato all’estero per eludere la tassa di successione.

Bozza notarile (fonte foto Fatto Quotidiano)

Diversa la storia sul piano civile. Margherita Agnelli ha intentato una causa contro i tre figli – John, Lapo e Ginevra – per il controllo della Dicembre. Oggi John detiene il 60% della società, mentre Lapo e Ginevra si dividono il restante 40%, grazie a una serie di donazioni e compravendite da parte della nonna Marella Caracciolo.

È in questa cornice che, durante l’udienza del 27 settembre scorso, i legali di Margherita hanno presentato un documento che potrebbe ribaltare la narrazione tramandata per oltre vent’anni: un testamento olografo di Gianni Agnelli datato 20 gennaio 1998, in cui l’Avvocato disponeva che le sue quote nella Dicembre “pari all’incirca al 25 per cento” andassero al figlio Edoardo.

“Gli altri miei congiunti accetteranno senza contestazioni questa mia disposizione”, scriveva l’Avvocato, certo che la sua volontà sarebbe stata rispettata. Ma non lo fu. Quel testamento, rimasto nascosto per 27 anni nello studio Grande Stevens, sembra contraddire la versione ufficiale costruita attorno alla cosiddetta Lettera di Monaco del 17 luglio 1996, in cui Gianni Agnelli, poco prima di un delicato intervento a Montecarlo, destinava la propria quota residua di Dicembre al nipote John, dopo che Edoardo aveva rifiutato precedenti donazioni.

Bozza notarile (fonte foto Fatto Quotidiano)

Bozza notarile (fonte foto Fatto Quotidiano)Bozza notarile (fonte foto Fatto Quotidiano)

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p data-end=”3913″ data-start=”3512″>Quella lettera è sempre stata interpretata come la consacrazione di John Elkann a erede designato dell’impero. Ma il testamento del 1998 e le nuove bozze notarili del 2001 sembrano raccontare un’altra storia: quella di un padre che, poco prima della tragedia, stava preparando il reintegro del figlio nel cuore della dinastia.

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p data-end=”4236″ data-start=”3915″>Secondo i legali di Margherita, il testamento occultato non fu mai revocato né modificato e dimostrerebbe che la volontà finale dell’Avvocato non era quella di favorire il nipote, ma di lasciare la quota decisiva della Dicembre al figlio Edoardo, e in sua assenza, ai suoi eredi diretti, cioè Margherita e Marella.

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