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Eredità Agnelli, in cassaforte solo “copie” degli originali. Caccia ai Monet, Picasso e De Chirico spariti

Nuovo capitolo dell’infinita vicenda legata all’eredità degli Agnelli. La Procura di Roma ha aperto una nuova inchiesta legata a quadri del valore di milioni di euro spariti. Si tratta di tredici capolavori che fanno parte della collezione di Gianni Agnelli, il fascicolo aperto – riporta Il Messaggero – è contro ignoti, l’accusa è di esportazione illecita di opere d’arte e ricettazione. Spariti, tra gli altri, anche opere d’arte di De Chirico, Monet, Picasso, Balla e Bacon. L’inchiesta è una costola della querelle partita dalla denuncia di Margherita Agnelli contro i tre figli, John, Lapo e Ginevra Elkann, che ormai va avanti da anni, sulla spartizione dell’eredità dell’Avvocato.

I figli, invece, sostennero che i dipinti fossero di proprietà esclusiva di Marella Caracciolo e non di Gianni Agnelli, che fossero stati donati loro dalla nonna e che, comunque, non rientrassero nell’asse ereditario. Di tre quadri, “La scala degli addii” di Giacomo Balla, “Mistero e melanconia di una strada” di Giorgio De Chirico e “Glacons, effet blanc” di Claude Monet, sarebbero state trovate nelle disponibilità degli eredi solo delle copie, custodite nel caveau al Lingotto di Torino.

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