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Germania al voto: lo scenario
Sono 59,2 milioni i cittadini tedeschi chiamati alle urne domenica 23 febbraio per eleggere i 630 deputati del 21esimo Parlamento tedesco (Bundestag). Nel Paese le urne saranno aperte dalle 8:00 alle 18:00 per il voto fisico, ed entro la stessa ora si chiudera’ anche la possibilita’ di votare per via elettronica. Gli elettori potranno esprimere la loro preferenza tra i 29 partiti presenti sulle schede elettorali.
Negli ultimi sondaggi condotti a due giorni dal voto, l’alleanza tra Unione cristiano democratica (Cdu) e Unione cristiano sociale (Csu) – con il candidato cancelliere Friedrich Merz -, continua a occupare il primo posto nelle preferenze degli elettori, con una percentuale che oscilla tra il 28 e il 30 per cento.
Al secondo posto si attesta il partito di estrema destra Alternativa per la Germania, guidato dalla candidata cancelliera Alice Weidel, che puo’ contare su una percentuale tra il 20 e il 22 per cento.
Il Partito socialdemocratico – rappresentato dall’attuale cancelliere Olaf Scholz – occupa invece il terzo posto (tra il 14 e il 16 per cento), seguito dai Verdi con Robert Habeck (tra il 12 e il 14 per cento).
Infine, il partito della Sinistra (Die Linke) e’ in netta risalita ed e’ passato da un risicato 4 per cento a un valore che oggi si attesta tra il 5 e 7 per cento. Al momento, sotto alla soglia di sbarramento rimangono il Partito liberaldemocratico con il candidato cancelliere Christian Lindner (tra il 4 e il 4,5 per cento) e l’Alleanza Sahra Wagenknecht (tra il 4 e il 4,5 per cento).
La futura coalizione di governo
Se una vittoria alle urne di Cdu-Csu e’ ormai data per certa, molti dubbi si sollevano sulla futura coalizione di governo. Merz – che ha sempre ribadito di essere disponibile a una coalizione solo con un altro partito – sara’ chiamato a chiudere un accordo con chi gli permettera’, in termini di consensi, di avere una solida maggioranza in Parlamento. Una coalizione con l’Spd e’ quella che i media tedeschi indicano come la favorita, ma potrebbero entrare in gioco diversi fattori che potrebbero mettere a rischio un accordo di coalizione. Tra questi, l’eventuale riforma del freno al debito volta ad aumentare le spese per la difesa e una – non trascurabile – antipatia fra i leader delle due forze politiche, Merz e Scholz, i quali hanno piu’ volte ribadito di non avere intenzione di lavorare fianco a fianco. D’altro canto, una coalizione tra Cdu-Csu e Verdi sembra invece totalmente irrealizzabile, visto il veto posto in questo senso dal leader della Csu, Markus Soeder.
Afd raddoppia i consensi rispetto al 2021
Ad ogni modo, tra i risultati dei sondaggi spicca soprattutto quello dell’estrema destra di Afd, che ha raddoppiato i consensi rispetto al 2021. Le forze politiche centriste e democratiche del Paese hanno gia’ fatto sapere di non essere disponibili a una coalizione con il partito di Alice Weidel ma nel caso di un risultato elettorale importante il partito potrebbe decidere di optare per una minoranza di blocco e impedire l’approvazione di riforme che necessitano della maggioranza dei due terzi al Bundestag. Su tutte, una eventuale riforma del freno all’indebitamento, che potrebbe rendersi necessaria per approvare ulteriori aiuti da inviare all’Ucraina, o un aumento della spesa per la difesa slegata dal bilancio federale. In questo senso Afd potrebbe essere aiutata da Bsw e Die Linke, con i quali nessun altro partito presente in Parlamento ha dichiarato di voler collaborare.
Secondo l’ordinamento tedesco, gli elettori sono chiamati a esprimere due preferenze: nella prima votazione (Erststimme) i cittadini scelgono un rappresentante di circoscrizione (299 in tutta la Germania) mentre con la seconda (Zweitstimme) la lista nazionale. Il candidato che raggiunge il maggior numero di voti nella propria circoscrizione alla prima votazione ottiene un mandato diretto ed entra nel Bundestag. Con la seconda votazione, invece, si decide la ripartizione tra i singoli partiti dei 630 seggi del Parlamento. Sulla base dei risultati potranno accedere al Bundestag i partiti che avranno ottenuto almeno il 5 per cento di preferenze o il maggior numero di primi voti in almeno tre circoscrizioni. L’unica eccezione si applica per i partiti delle minoranze nazionali – come l’Associazione elettorale dello Schleswig meridionale (Ssw) o il partito della minoranza danese e del gruppo etnico frisone nello Schleswig-Holstein – i quali saranno rappresentati al Parlamento a prescindere dalla soglia di sbarramento.
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