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                <em>Dall’Ufficio Stampa “Elba Isola Musicale d’Europa”</em>

Giovedì 4 settembre la 29ª edizione di “Elba Isola Musicale d’Europa” si trasferisce al Teatro Flamingo di Capoliveri (ore 21.30) per proporre un concerto jazz del gruppo Drumpet, trio che annovera tra le proprie file il trombettista Fabrizio Bosso, tra i più amati protagonisti del jazz made in Italy, il batterista Lorenzi Tucci e il contrabbassista Daniele Sorrentino.

Drumpet nasce dal lungo sodalizio artistico e personale tra il trombettista Fabrizio Bosso e il batterista Lorenzo Tucci che, in 25 anni, hanno condiviso numerosi progetti di successo, come High Five Quintet e Latin Mood Sextet, esibendosi in ogni parte del mondo. Con l’album in duo, Drumpet, pubblicato nel 2014, i due artisti hanno sperimentato un mix di sonorità inedite ed accattivanti che, nel corso del tempo, si sono evolute trovando, grazie al coinvolgimento del contrabbassista Daniele Sorrentino, un supporto armonico-melodico imprescindibile per una formazione pianoless.

Bosso, con la sua tecnica impeccabile, sviscera sonorità ora cristalline, ora profonde e calde, facendo un sapiente uso anche dell’elettronica. Tucci sceglie sonorità gravi e allo stesso tempo asciutte. I suoi ritmi sono tribali, serrati quanto delicati. Sorrentino, con talento e intelligenza, crea le trame necessarie dove i due si muovono assolutamente a proprio agio.

I temi affrontati in Drumpet, oltre a brani originali, vanno dalla tradizione jazz all’improvvisazione totale, da ambientazioni filmografiche all’R&B e a sbalzi repentini più romantici, con un affiatamento maturato nel tempo, che Tucci e Bosso, insieme al loro partner, trasmettono dalla prima all’ultima nota.

Venerdì 5 settembre, “Elba Isola Musicale d’Europa” tornerà al Teatro dei Vigilanti “Renato Cioni” di Portoferraio (ore 18.30) per ricordare i 150 anni dalla nascita di Maurice Ravel, con l’esecuzione di tre composizioni del Maestro francese: In apertura di concerto si ascolterà la Sonata per violino e pianoforte M. 77 ad opera del violinista montenegrino Roman Simovic, primo violino della London Symphony Orchestra, e del pianista Enrico Pace, da anni ospite abituale del festival elbano. A seguire, la Sonata per violino e violoncello M. 73, con Erica Piccotti al violoncello accanto allo stesso Simovic, e infine il Trio per violino, violoncello e pianoforte M. 67.

La Sonata per violino e pianoforte M. 77, contrassegnata da elegante eclettismo, venne scritta negli anni Venti, riflettendo l’interesse di Ravel per il jazz e le musiche popolari, intrecciate alla sua inconfondibile tavolozza timbrica. Una partitura brillante e ricca di dettagli, cesellata con precisione d’orologiaio.

Nella Sonata per violino e violoncello M. 73 – composta dopo la perdita dell’amatissima madre – Ravel esplorò un linguaggio più severo, quasi ascetico: il dialogo tra i due strumenti è serrato e spigoloso, ma anche capace di liriche aperture. Un’opera di rottura, tra le più audaci del suo catalogo. Il Trio per violino, violoncello e pianoforte M. 67, scritto alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. è un capolavoro che fonde virtuosismo e poesia, trasparenza e densità. Lo scoppio della guerra spinse Ravel a una dolorosa riflessione su come adempiere al meglio al proprio dovere civico.

Dopo un giorno di pausa, la 29ª edizione di “Elba Isola Musicale d’Europa” riprenderà il suo cammino domenica 7 settembre a Rio con il concerto nella Chiesa dei SS. Giacomo e Quirico (ore 18.30) del duo chitarristico formato da Davide Giovanni Tomasi e da Marco Musso. In programma musiche di Isaac Albeniz (El Puerto, Granada, Cordoba), Maurice Ravel (Sonatine), Mario Castelnuovo-Tedesco (Fuga Elegiaca, Tre Preludi e Fughe op. 199) e di Astor Piazzolla (Tango Suite).

Davide Giovanni Tomasi e Marco Musso sono due tra i più apprezzati chitarristi italiani della loro generazione. Dal 2016, si esibiscono insieme in Europa, Asia e America, con tappe prestigiose come la Filarmonica di Berlino, il Teatro La Fenice di Venezia, la Munetsugu Hall di Nagoya e il Conjunto Santander di Guadalajara. La loro cifra stilistica è un approccio originale che li ha portati a creare un repertorio del tutto nuovo per la formula da loro adottata, spesso trasformando celebri pagine pianistiche in preziose gemme per due chitarre.

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