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<em>Dall’Ufficio stampa Elba Isola Musicale d’Europa</em>
È il giorno dell’attesissimo ritorno di Martha Argerich: mercoledì 3 settembre, al Teatro dei Vigilanti “Renato Cioni” di Portoferraio (ore 21.30; biglietti esauriti), la celebre pianista di origine argentina sarà la protagonista di uno degli eventi principali della 29ª edizione del Festival “Elba Isola Musicale d’Europa”. Il programma del concerto, nel simboleggiare l’incontro fra due mondi musicali lontani ma complementari, accosta Schumann, uno degli autori più amati dalla stessa Argerich, a Dmitri Šostakovič, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della scomparsa.
Di Robert Schumann si ascolterà, in apertura di serata, il Quintetto per pianoforte e archi op. 44: Martha Argerich sarà affiancata nella speciale occasione da Liana Gourdjia e Diet Tilanus ai violini, Georgy Kovalev alla viola e da Raphael Bell al violoncello, tutti musicisti residenti del festival. A seguire il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi op. 35 di Šostakovič, con la partecipazione dell’Elba Festival Orchestra Strings e del trombettista spagnolo Alfonso González Barquín, prima tromba dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma.
Robert Schumann compose il suo primo e unico quintetto per archi e pianoforte nel 1842, capolavoro tra i più amati del repertorio cameristico, dopo aver già scritto tre quartetti per archi. La creazione di opere da camera fu preceduta da uno studio approfondito delle opere di Johann Sebastian Bach, Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart. La parte pianistica del Quintetto fu pensata per Clara Schumann – e la scrittura è decisamente degna di quella che all’epoca fu una delle pianiste più acclamate d’Europa – ma anche le altre parti strumentali sono di notevole complessità tecnica.
Nel Quintetto, l’impetuosità passionale si combina con l’armonia e l’equilibrio formale e vi sono molti temi di sapore popolare. La composizione presenta numerose pagine drammatiche e persino eroiche, e alcuni momenti – soprattutto nel finale – riecheggiano Beethoven. Il Quintetto Op. 44 è giustamente considerato una delle opere cameristiche più ispirate di Robert Schumann: stupisce non solo per la raffinatezza della forma, ma anche per la profondità del pensiero musicale.
Il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi di Dmitrij Šostakovič fu eseguito per la prima volta a Leningrado il 15 ottobre 1933, con l’autore al pianoforte e l’Orchestra Filarmonica di Leningrado diretta da Fritz Stiedry. Il giovane compositore, all’epoca ventisettenne, aveva dimostrato un eccezionale talento pianistico fin dai suoi primi passi nella musica. I brillanti risultati ottenuti sotto la guida di Leonid Nikolaev lo portarono nel 1927 ad essere tra i concorrenti del primo Concorso Internazionale Fryderyk Chopin di Varsavia. Anche dopo aver scelto definitivamente la composizione, Šostakovič continuò a esibirsi come pianista fino agli anni Quaranta.
L’idea del Concerto – con il pianoforte accompagnato da un’orchestra d’archi e da una tromba solista – ebbe origine nel Kammermusik n. 2 di Paul Hindemith, che Šostakovič aveva conosciuto nei primi anni Trenta. Insieme ai 24 Preludi, il Concerto op. 35 riflette i tratti più caratteristici del suo pianismo.
Nata a Buenos Aires, Martha Argerich ha ricevuto le sue prime lezioni di pianoforte all’età di cinque anni. Considerata una bambina prodigio, ha iniziato ben presto a esibirsi in concerti e recital. Nel 1955 si è trasferita in Europa, dove ha proseguito gli studi a Londra, Vienna e in Svizzera con Bruno Seidlhofer, Friedrich Gulda, Nikita Magaloff, Dinu Lipatti e Stefan Askenase. Nel 1957 ha vinto i concorsi pianistici di Bolzano e di Ginevra, e nel 1965 ha trionfato al Concorso Internazionale Chopin di Varsavia. Da allora è considerata una delle più grandi pianiste al mondo, per talento e popolarità.
Sebbene il suo temperamento la porti spesso verso i capolavori virtuosistici del XIX e XX secolo, il suo repertorio è vastissimo e spazia da Bach a Bartók, Beethoven, Messiaen, Chopin, Schumann, Liszt, Debussy, Ravel, Franck, Prokof’ev, Stravinskij, Šostakovič e Čajkovskij.
Ospite regolare delle più prestigiose orchestre, direttori e festival in Europa, Giappone, America e Israele (con Claudio Abbado, Zubin Mehta e Lahav Shani), la musica da camera occupa un posto centrale nella sua attività. Suona e incide regolarmente con Mischa Maisky, Alexandre Rabinovitch, Gidon Kremer e Daniel Barenboim.
La sua discografia è imponente: ha inciso per EMI, Sony, Philips, Teldec e Deutsche Grammophon, e molte sue esecuzioni sono state trasmesse in televisione in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti prestigiosi, tra cui un Grammy per le registrazioni dei concerti di Bartók e Prokof’ev, “Artist of the Year” di Gramophone e “Best Piano Concerto Recording of the Year” per le registrazioni dei concerti di Chopin, il “Choc” di Monde de la Musique, il titolo di “Künstler des Jahres” della critica discografica tedesca, oltre ad altri Grammy per Cenerentola di Prokof’ev con Mikhail Pletnev, e per i Concerti n. 2 e n. 3 di Beethoven con la Mahler Chamber Orchestra diretta da Claudio Abbado.
Nel 1998 ha assunto la direzione artistica del Festival di Beppu, in Giappone, con l’intento di sostenere i giovani musicisti. Nel 1999 ha fondato il Concorso e Festival Pianistico Internazionale Martha Argerich a Buenos Aires e, nel giugno 2002, il Progetto Martha Argerich a Lugano. Nel 2018 ha dato vita al Martha Argerich Festival ad Amburgo.
Numerosissimi i riconoscimenti ricevuti, tra cui Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitole da Sergio Mattarella (2018).
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