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Justin Hotard: l’uomo dei supercomputer che ora guida Nokia

Quando Nokia ha annunciato che Pekka Lundmark avrebbe lasciato il ruolo di Ceo e che al suo posto sarebbe arrivato Justin Hotard, molti hanno alzato un sopracciglio. Non tanto per la sorpresa, i cambi al vertice nelle big tech non sono rari, ma per il profilo del nuovo leader: un ingegnere elettrico con un MBA, forgiato nelle sale server dei data center e nei laboratori dell’high-performance computing (HPC). Un uomo che arriva dal cuore pulsante dell’AI e dei supercomputer, pronto a guidare un’azienda storicamente associata alle reti e alla telefonia verso un futuro molto diverso.

Hotard nasce professionalmente come ingegnere elettrico, laureandosi alla University of Illinois at Urbana-Champaign. È un tecnico, ma con l’ambizione di diventare stratega: per questo aggiunge un MBA al MIT Sloan School of Management.

La sua carriera inizia negli anni ’90 in aziende come Symbol Technologies (poi acquisita da Motorola), dove impara a muoversi tra sviluppo prodotto e business development. Poi il passaggio in NCR Corporation: sette anni di ruoli di crescente responsabilità, dalla gestione di acquisizioni fino a presidente della divisione Small Business Cloud Platform.

L’epopea HPE e l’era dei supercomputer

Nel 2015 entra in Hewlett Packard Enterprise (HPE), ed è qui che inizia a brillare su scala globale. Sale fino al ruolo di Executive Vice President & General Manager per High-Performance Computing, AI & Labs, guidando i progetti di punta dell’azienda. Sotto la sua supervisione, HPE consegna il supercomputer Frontier al Dipartimento dell’Energia statunitense: la prima macchina exascale al mondo, capace di prestazioni da record.

Intel e il passaggio a Nokia

Nel 2024, Hotard passa a Intel come Executive Vice President & General Manager del Data Center & AI Group, il cuore strategico del colosso di Santa Clara per server, cloud e intelligenza artificiale. Un incarico di peso, con in mano il futuro di interi mercati.

Ma poi arriva la chiamata da Nokia. E nel 2025, il consiglio d’amministrazione annuncia che dal 1° aprile Justin Hotard sarà il nuovo President & CEO. La motivazione è chiara: Nokia vuole un leader che sappia parlare il linguaggio dell’AI, dei data center e dell’infrastruttura di calcolo, e che sappia fondere questo con la sua eredità nelle reti.

La nomina di Hotard segna anche un punto di svolta simbolico: è il primo CEO statunitense nella storia di Nokia. Questo porta con sé un messaggio forte: l’azienda finlandese vuole rafforzare il ponte con i mercati nordamericani, corteggiare hyperscaler, giganti del clou.

Vita personale

Nei comunicati ufficiali, Hotard appare come un leader equilibrat. Ama passare il tempo libero con la famiglia, sciare e seguire hockey su ghiaccio e calcio inglese. È un profilo di stampo internazionale, ma pronto a spostarsi a Espoo, in Finlandia, per vivere e lavorare nel quartier generale di Nokia.

Perché conta per il futuro di Nokia? Hotard porta in Nokia un doppio DNA: quello dell’ingegnere che conosce i sistemi di calcolo fin nei dettagli e quello del manager capace di trasformare aziende, negoziare con altri colossi e conquistare mercati. In un’epoca in cui i dati non si limitano a viaggiare, ma devono essere elaborati in tempo reale, questo mix potrebbe essere il fattore che farà fare a Nokia un salto di livello. Se la scommessa riuscirà, il marchio che per molti resta legato ai telefoni indistruttibili potrebbe diventare un vero colosso dell’infrastruttura AI globale.

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