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Dossieraggio, De Raho sapeva di Striano? Il giallo del memoriale arrivato all’antimafia

L’inchiesta relativa ai presunti dossieraggi che vede coinvolto il tenente Pasquale Striano, si arricchisce di una nuova pagina destinata a creare un nuovo caos non solo a livello giudiziario ma anche politico, visto che viene chiamato in causa Federico Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale antimafia e ora deputato alla Camera con il M5s e membro della Commissione parlamentare antimafia. Tutto è scritto in un memoriale, non firmato né protocollato, indirizzato ai vertici della Dna. Un documento di cui l’ex numero due della Direzione nazionale antimafia Giovanni Russo (oggi al Dap) avrebbe riconosciuto – in base a quanto risulta a Il Giornale – la paternità davanti ai pm di Perugia Raffaele Cantone e Laura Reale, che da mesi chiedono l’arresto di Striano.

Tra le stranezze che Russo avrebbe segnalato a Federico Cafiero de Raho, allora suo superiore, – sempre in base a quanto risulta a Il Giornale – ci sarebbe il comportamento sospetto di Striano, che avrebbe messo le mani in incartamenti e indagini assegnati ad altri colleghi. Il prossimo 17 dicembre il Riesame deciderà sulla competenza territoriale di Perugia, illegittima secondo il legale di Striano. Ma è possibile che de Raho non sapesse di questo memoriale? Tirato per la giacchetta il grillino si dice vittima di una macchinazione: “Mai ricevuto relazioni o segnalazioni, le note su comportamenti anomali o scorretti non restano nel cassetto ma vanno firmate, protocollate e inviate”, come è successo in passato quando “sono state allontanati, con denuncia alla Procura competente” appartenenti al gruppo ricerche che si erano macchiati di “comportamenti anomali o irregolari“.

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