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Il botta e risposta tra Ranucci e la Rai
Botta e risposta tra il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e la Rai. Al centro della querelle la lettera ricevuta dal giornalista direttamente da Viale Mazzini, nella quale viene richiamato per aver partecipato a un programma su La7 e per aver rilasciato dichiarazioni e interviste senza previa autorizzazione. Una mossa interpretata dal conduttore come un “provvedimento disciplinare” dopo 27 anni di servizio pubblico.
La tv di Stato ha però subito precisato in una nota che nei confronti di Ranucci non è stata fatta “alcuna contestazione disciplinare”. “Al vicedirettore ‘ad personam’ Ranucci sono state semplicemente ricordate le vigenti regole aziendali in materia di rapporti con gli organi d’informazione e quelle più specifiche che riguardano i giornalisti. Regole che, si ricorda, valgono per tutti i dipendenti e collaboratori Rai, nessuno escluso”, si legge nella nota.
Ecco la lettera ricevuta da Ranucci
Il provvedimento disciplinare per il giornalista e conduttore di ‘Report’ è stato pubblicato dallo stesso Ranucci sul suo profilo Facebook dove ha postato la lettera datata 10 giugno firmata dall’amministratore delegato Rai, Giampaolo Rossi, e dal direttore delle Risorse Umane, Felice Ventura. “Dopo 27 anni di Rai ho vinto un procedimento disciplinare”, ha scritto il giornalista sui social. In particolare, nella lettera vengono contestate alcune dichiarazioni del giornalista rilasciate, secondo l’azienda, senza autorizzazione: “Mi accusano di aver partecipato alla trasmissione della Gruber il 6 maggio, senza essere stato autorizzato. Fatto non vero perché ero stato autorizzato dallo stesso Corsini telefonicamente per lanciare la seconda parte della stagione di Report”.
Sul caso si è espresso anche il responsabile Informazione nella segreteria Pd ed europarlamentare Sandro Ruotolo: “La lettera recapitata a Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Raitre, ha un sapore di intimidazione. E’ un procedimento disciplinare, una lettera che va rispedita al mittente. L’hanno firmata l’amministratore delegato dell’azienda, Giampaolo Rossi, e il direttore delle risorse umane di via Mazzini, Felice Ventura. Accusano il giornalista di aver partecipato a trasmissioni su La7 della Gruber senza essere autorizzato, quando invece lo era dal direttore Corsini, poi di essere intervenuto a Piazza Pulita per difendersi dalle accuse di Bocchino di essere un manipolatore. Gli altri richiami riguardano le presentazioni del suo libro che parla di libertà di stampa. Uno schiaffo all’articolo 21 della Costituzione”.
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