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Garlasco, durante l’ultima udienza dell’incidente probatorio, l’avvocato di Alberto Stasi dichiara che, se i reperti fossero contaminati, la condanna andrebbe annullata: “Deve uscire subito”. Intanto si fa strada una ipotesi: la possibile contaminazione della garza potrebbe essere avvenuta con il Dna di un altro cadavere. A settembre le nuove analisi dattiloscopiche
Delitto di Chiara Poggi, l’ipotesi: contaminazione da un altro cadavere
Nel cuore del nuovo incidente probatorio sul delitto di Garlasco riemerge con forza l’ipotesi che il famigerato Dna “Ignoto 3“, rilevato sulla garza posta nella bocca della vittima Chiara Poggi, possa derivare da una contaminazione. Non solo: il dna potrebbe appartenere ad un altro cadavere. A sostenerlo è stato Alberto Bonsignore, direttore di Medicina Legale dell’ospedale Gaslini di Genova, intervenuto nella trasmissione Zona Bianca. Secondo Bonsignore, è “assolutamente possibile” che durante l’autopsia del 16 agosto 2007, la garza non sterile sia entrata in contatto con un materiale biologico proveniente da un altro corpo, magari autopsiato in contemporanea o nella stessa sala. Un’eventualità che, se confermata, potrebbe ridisegnare profondamente i contorni dell’indagine, minando la solidità di alcune prove cardine.
“Stasi deve uscire subito”: la difesa al contrattacco
Di fronte a questo scenario, la difesa di Alberto Stasi – condannato in via definitiva per l’omicidio – ha alzato il tono dello scontro. L’avvocata Giada Bocellari ha dichiarato senza mezzi termini: “Non può passare il concetto che era tutto contaminato, perché allora deve essere revisionata la sentenza e Stasi deve uscire subito, perché è in carcere sulla base di asserite prove scientifiche”. Secondo i legali, ogni dubbio sulla genuinità dei reperti impone una verifica rigorosa: se davvero la garza ha trattenuto per anni il Dna di un estraneo, si tratterebbe di una persona presente sul luogo del delitto quando Chiara era ancora viva – o appena deceduta. Se invece si trattasse di una contaminazione, “dovrà emergere il nome”, ha precisato Bocellari, escludendo per ora l’ipotesi che il profilo genetico appartenga con certezza a un correo.
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Garlasco, verso nuove analisi: dattiloscopia e impronte
A settembre l’incidente probatorio entrerà in una nuova fase, con accertamenti dattiloscopici estesi oltre la spazzatura anche a fascette para-adesive e fogli di acetato. Le impronte verranno confrontate con quelle di chi frequentava la casa dei Poggi nel 2007. L’obiettivo della Procura è rimuovere ogni dubbio residuo e garantire la piena trasparenza di una delle indagini più complesse e discusse degli ultimi vent’anni.
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