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Non solo per l’intervista rilasciata al programma “Le Iene”, ma su diversi punti dell’ordinanza che l’11 aprile scorso ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, la Procura generale di Milano ha rilevato “vizi di legittimità nella motivazione”. Per questo ha chiesto alla Corte di Cassazione l’annullamento del provvedimento con rinvio al Tribunale di Sorveglianza per una nuova valutazione. L’udienza è fissata per oggi e si svolge in forma cartolare, senza la presenza delle parti.
I giudici della Suprema Corte potranno scegliere se respingere il ricorso, confermando la semilibertà per Stasi, oppure annullare l’ordinanza rimandando il fascicolo ai magistrati milanesi, che dovranno attenersi alle indicazioni contenute nella motivazione della Cassazione.
Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nel 2007 a Garlasco, è detenuto da dieci anni nel carcere di Bollate. Dal 28 aprile, in seguito all’entrata in vigore del provvedimento di semilibertà, può uscire ogni giorno dal carcere per oltre dodici ore, non solo per motivi di lavoro, a orari stabiliti dalle prescrizioni.
L’intervista televisiva concessa a Le Iene durante un permesso premio
Uno dei principali rilievi mossi dalla sostituta procuratrice generale Valeria Marino riguarda l’intervista televisiva a “Le Iene” durante un permesso premio, concesso per un ricongiungimento familiare. Secondo la Procura generale, quell’uscita non rientra tra le finalità previste dalla legge per i permessi premio, che devono essere legati a motivi familiari, culturali o di lavoro. Ma, secondo quanto trapelato, questo non è l’unico profilo oggetto di contestazione.
Il Tribunale di Sorveglianza, composto dai giudici Caffarena, Gentile e due esperti, aveva motivato la decisione facendo riferimento alle valutazioni positive dell’equipe carceraria di Bollate e al comportamento tenuto da Stasi, ritenuto “coerente con l’accettazione della condanna” e segnato da “empatia e sofferenza verso la vittima”, pur essendosi sempre professato innocente.
Già nel 2023 Stasi aveva ottenuto l’autorizzazione al lavoro esterno. Alla discussione della semilibertà del 9 aprile scorso, però, non si era presentato. Il direttore del carcere, Giorgio Leggieri, ha messo a verbale che l’intervista televisiva fu registrata il 22 marzo durante il permesso premio e che “non sono state rilevate infrazioni alle prescrizioni”.
Se la semilibertà verrà confermata, Stasi potrà in seguito presentare richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa che comporterebbe l’uscita definitiva dal carcere.
L’avvocato di Stasi: “Sulla scena erano presenti più persone con ruoli diversi”
Intanto, nel corso del programma “Filorosso” condotto da Manuela Moreno su Rai 3 e interamente dedicato al delitto di Garlasco, l’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, ha dichiarato: “Rispetto la sentenza, rispetto ogni pensiero della famiglia di Chiara e ho sempre detto che la mamma, il papà e il fratello possono dire quello che ritengono e io non mi permetterò mai di commentare. Ho letto le carte. Ritengo che sulla scena fosse presente più di una persona, con ruoli diversi, però le mie idee, che ovviamente ho, me le tengo strette. Intanto io condivido il pensiero che questa indagine si deve concentrare sui fatti”. Ha poi aggiunto: “Chiara era una ragazza meravigliosa, che meritava di vivere la vita meravigliosa che si stava costruendo. Alberto era un bravo ragazzo che meritava anche lui di vivere una vita diversa”.
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