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Delitto di Garlasco, il criminologo Marco Strano: “Il caso si riaprirà, ma dubito che il dna di Sempio possa influire sulla condanna di Alberto Stasi”
“Il delitto di Garlasco si riaprirà grazie al ritrovamento del Dna di Andrea Sempio nelle unghie della povera Chiara Poggi ma sull’esito della condanna di Alberto Stasi ho qualche dubbio che possa influire”. Parla Marco Strano, criminologo, considerato uno dei massimi esperti di psicologia delle indagini di polizia.
Dottor Strano, perché è certo che il caso di Garlasco verrà riaperto?
“Se n’è tanto parlato a livello mediatico e la pressione ha una sua ragione. Per la difesa è uno spiraglio, soprattutto se Stasi uscirà presto dal carcere. Sia chiaro: questa è una mia valutazione personale ma potrebbe aiutare e fare gioco nel reinserimento sociale il caso aperto, il dubbio insomma che non possa essere colpevole. Diversamente resterà per sempre l’assassino di Chiara Poggi. Penso che questo ragionamento possa appartenere a una strategia difensiva”.
Ma allora il dna ritrovato sotto le unghie di Chiara, il tampone salivare?
“Questo dna trovato sotto le unghie era poco 18 anni fa ed è ancora poco e non è certo che si possa arrivare a una comparazione col gene. Per gridare vittoria è presto. Seconda riflessione: il dna quando si ha a che fare con una persona che frequenta la scena perde di valenza probatoria e poi questo Sempio usava lo stesso computer di Chiara. Da quel che si capisce Sempio erano 3 giorni che non si recava nella casa e appara strano che la vittima per tre giorni non si sia lavata le mani. Poi c’è la tastiera del computer che, se usata anche giorni prima, può aver raccolto tracce. E le tastiere si lavano di rado. Diverso se sotto le unghie, oltre all’impronta genetica, fossero state rinvenuti residue di pelle o tracce di sangue”.
L’ultimo aspetto che non la convince?
“Quello che l’appartamento era imbrattato di sangue e, Sempio aveva 44 di piede mentre sono state trovare orme di misura 42. Con tutto quel sangue il fatto che non siano state trovate impronte numero 44 va a suo favore. E’ vero che i Carabinieri sono anni che stanno ipotizzando una seconda persona sulla scena del crimine ma questo può essere giustificato da una ricostruzione del delitto secondo modalità logiche. Ma da qui a dire che Sempio sia nei guai, ce ne vuole. Gli elementi sono un po’ leggeri”.
Dottore ripropongo la domanda: ma il dna, se ci sarà una possibile comparazione accertata potrebbe, dare una svolta?
“E io le ripeto: prima di parlare di riapertura del processo, io ci andrei cauto. Ho seguito il generale Luciano Garofano (l’ex comandante del Ris di Parma, ndr) e di lui mi fido: se diceva già all’epoca che il dna era insufficiente, anche oggi con le nuove tecnologie resta insufficiente”.
Chi è Marco Strano
Studioso di Sociologia dell’Organizzazione, di Psicologia e di Criminologia, ha insegnanto in diversi atenei in Italia e all’estero ed effettuando alcune pubblicazioni scientifiche pionieristiche. È l’unico membro italiano della famosa Associazione di statunitense di profilers “Vidocq Society” nonché il Presidente dello Study Center for Legality, Security and Justice (www.criminologia.org) un’associazione internazionale che dal 1999 studia tecniche innovative di investigazione e di sicurezza urbana. Nell’ambito dello Study Center for Legality, Security and Justice una delle più antiche e prestigiose associazioni di criminologi e scienziati forensi, opera una equipe multidisciplinare che si occupa di “cold cases” (talvolta tentando di riaprire anche omicidi vecchi di secoli) e offre una consulenza specialistica d’Ufficio e di Parte.
Dal 2008 ha progettato e implementato un innovativo sistema di analisi e prevenzione del crimine in ambiente urbano denominato “Modello Analitico Situazionale Integrato – M.A.S.I. Sulla Sicurezza Urbana” che è stato presentato in diversi contesti nazionali ed internazionali e che si basa sulla ricerca sociale tradizionale e su sofisticati algoritmi predittivi di Intelligenza Artificiale.
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