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“Questi controlli non si esauriscono qui: i risultati verranno integrati nell’istruttoria delle domande inviate nei click day, consentendo agli Sportelli Unici per l’Immigrazione di contestare immediatamente eventuali irregolarità”

“Mentre il decreto flussi 2024 ha registrato un totale di 674.363 domande precompilate, la recente fase di precompilazione si è fermata a 164.787 richieste, un numero molto più vicino alle quote fissate dal decreto ministeriale del 27 settembre 2023, che prevedeva 180.720 ingressi e ulteriori 10.000 fuori quota. Si tratta di una riduzione significativa rispetto agli anni precedenti: il 76% in meno. Questo calo dimostra l’effetto deterrente delle nuove verifiche preliminari, pensate proprio per contrastare istanze false o fraudolente”. Con queste parole il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, intervistata da Affaritaliani.it, risponde indirettamente all’articolo di questa mattina del quotidiano la Repubblica dal titolo ‘Click day, posti per 200 mila. Decreto flop: nessuno controlla’.

“La fase di precompilazione, svolta a novembre, ha permesso di effettuare un primo controllo sulla sussistenza dei requisiti necessari per presentare la domanda. Grazie all’interoperabilità con i sistemi informatici di Unioncamere, Agenzia delle Entrate e Agid, è stato possibile verificare l’identità dei richiedenti ed escludere soggetti non legittimati, oltre a controllare l’esistenza effettiva dei datori di lavoro. Una volta concluse queste verifiche, il Ministero dell’Interno ha trasmesso i dati delle domande all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che ora procederà con ulteriori controlli in collaborazione con l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e l’Agenzia delle Entrate, per accertare la congruità del reddito rispetto al numero di lavoratori richiesti”, sottolinea Ferro.

Questi controlli non si esauriscono qui: i risultati verranno integrati nell’istruttoria delle domande inviate nei click day, consentendo agli Sportelli Unici per l’Immigrazione di contestare immediatamente eventuali irregolarità. Inoltre, nel mese di gennaio, analizzando i dati emersi, il Viminale ha sollecitato l’INL a esaminare più a fondo i casi di datori di lavoro che hanno presentato un numero elevato di richieste. Parallelamente, ha informato il Ministero del Lavoro e il Dipartimento di Pubblica Sicurezza affinché avviassero i controlli di loro competenza. Sulle domande presentate nei click day, infine, interverranno anche le Questure per effettuare verifiche di sicurezza”, spiega il sottosegretario.

“Il netto calo delle domande precompilate, ora in linea con le reali necessità del mercato del lavoro, è una prova concreta dell’efficacia dei nuovi meccanismi di controllo introdotti dal governo che, con l’esposto del presidente Meloni alla Procura nazionale antimafia, ha acceso un faro sugli interessi criminali che si celano dietro al business dell’immigrazione ed anche nella gestione dei flussi regolari. Un meccanismo di cui stranamente nessuno si era accorto prima e che è stato portato alla luce anche dall’inchiesta di Salerno, in cui è stato coinvolto anche il tesoriere del Pd della Campania”, conclude Ferro.

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