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Dazi, i toni si alzano. La Francia parla di “ricatto” e l’ex premier italiano Monti si dice disgustato dall’atteggiamento dell’Ue

Nella guerra commerciale iniziata da Trump adesso i toni si alzano. Se la presidente della Commissione Ue tenta ancora di negoziare con gli Usa e intanto guarda ad altri mercati (vedi lunga telefonata con il premier canadese Carney), la Francia sembra aver perso la pazienza. “La minaccia degli Stati Uniti di applicare dazi doganali del 30% all’Unione Europea – dice Jean-Noël Barrot, Ministro per gli Affari europei e gli Affari esteri della Francia – è un metodo scorretto che sembra un ricatto e non è all’altezza delle relazioni tra gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea. Ricordiamo che tali dazi doganali ridurrebbero drasticamente il potere d’acquisto della classe media americana, che sarebbe la prima vittima di una tale decisione”. L’ipotesi lanciata dai francesi è quella di controbattere a Trump.

L’arsenale di Bruxelles include diverse opzioni che vanno dalle accise digitali su pubblicità e intermediazioni fino alle sanzioni miliardarie attraverso il Digital service act e il Digital markets act, con la possibilità estrema di utilizzare il meccanismo anti-coercizione, chiamato “bazooka”. Una misura che consentirebbe all’Ue di rispondere rapidamente a pressioni economiche esterne, infatti potrebbe autorizzare misure come dazi, restrizioni su investimenti e servizi, esclusione da appalti pubblici e persino la revoca di diritti di proprietà intellettuale. Ma al ministro francese risponde il vicepremier italiano, Matteo Salvini, allontanando l’ipotesi estrema proposta da Parigi. “La mia preoccupazione è dare lavoro, creare lavoro e portare ricchezza in questo paese. È chiaro che i dazi non sono una buona notizia. Non penso che l’Europa possa infilarsi in una guerra commerciale con Stati Uniti e Cina, che la vedrebbe sicuramente perdente”.

“Occorre calma, buonsenso, occorre trattare. Certo – spiega Salvini – che se qualcuno parla di bazooka non fa un buon servizio alla trattativa, all’Italia, all’Europa. Rido o tremo all’idea che qualcuno si sieda al tavolo con Trump parlando di bazooka perché la trattativa finisce male“. “Sono sconcertato – dice l’ex premier Mario Monti a Radio 24 – dalla passività e dalla pavidità delle autorità sia europee sia italiane. Alcuni insistono ancora che vada trovata assolutamente una soluzione negoziale. Qui secondo me mostra la corda la politica per quello che è diventata oggi: c’è un misto di considerazioni forse relative a quelli che sono gli interessi ritenuti per il paese, ma ci sono moltissime altre considerazioni che non fanno parte dell’interesse generale per i Paesi i cui capi decidono così. Trovo questo atteggiamento ributtante“.

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