Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Trump ha il coltello dalla parte del manico…
Giappone docet. “Purtroppo è così, meglio il 15% del 30%”, spiegano fonti della maggioranza di governo che stanno seguendo il dossier dazi. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato la conclusione di un “enorme” accordo commerciale con il Giappone, con una significativa riduzione dei dazi sulle automobili nipponiche. “Abbiamo appena concluso un accordo commerciale enorme con il Giappone”, ha dichiarato il tycoon sulla sua piattaforma Truth Social, definendolo “senza precedenti”. “Il Giappone pagherà dazi doganali reciproci del 15% agli Stati Uniti”, ha affermato, ben al di sotto del sovrapprezzo del 25% che Tokyo rischiava di subire dal primo agosto. Il Giappone, sebbene sia un alleato chiave degli Stati Uniti, è attualmente soggetto agli stessi dazi doganali di base statunitensi del 10% applicati alla maggior parte delle nazioni, oltre a sovrattasse del 25% sulle automobili e del 50% sull’acciaio e l’alluminio. L’accordo con Tokyo porterà alla creazione di “centinaia di migliaia di posti di lavoro”, ha aggiunto Trump, citando investimenti giapponesi per “550 miliardi di dollari” sul suolo americano, senza fornire dettagli se non che “il 90% dei profitti andrà agli Stati Uniti”.
Fonti di governo ma anche del Centrodestra a Bruxelles e a Strasburgo spiegano ad Affaritaliani.it che, alla fine, anche con l’Unione europea si chiuderà con dazi Usa al 15% e con l’impegno del Vecchio Continente a investire negli Usa centinaia di miliardi di dollari. D’altronde il coltello dalla parte del manico, come si usa dire, ce l’ha la Casa Bianca e abbiamo già visto come le tariffe abbiano colpito l’export soprattutto di Germania e Italia. Non solo. Trump sa perfettamente – e proprio su questo gioca – che l’Ue è divisa. Se Emmanuel Macron – che ha un minore commercio con gli States rispetto a Berlino e Roma – vuole usare la mano pesante e cioè il bazooka colpendo i colossi internet Made in Usa, altri Paesi e leader, come Friedrich Merz e Giorgia Meloni (sempre ben consigliata dalla sorella Arianna) sono molto più cauti.
Il timore è quello di centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio in settori chiave come l’automotive, l’industria dell’acciaio, la farmaceutica, la moda e, per l’Italia, soprattutto l’agroalimentare. “Già al 10% i dazi provocano effetti pesantissimi, figuriamoci al 15”, spiegano dal Centrodestra. “Ma il 30% sarebbe una catastrofe” ovvero recessione sicura e anche una Legge di Bilancio, per il governo Meloni, lacrime e sangue con tagli su pensioni, welfare e nessuna nuova riduzione della pressione fiscale. Il sole sorge a Oriente e proprio l’accordo nipponico con gli Usa lascia intuire come finirà la battaglia dei dazi tra Usa e Ue. In Europa il sole sorge più tardi, e infatti l’intesa slitterà forse a dopo il primo agosto, ma certo non sarà a vantaggio del Vecchio Continente.
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