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Crollo delle Borse mondiali, effetto Germania più che effetto Trump
Ieri è stata una giornata nera per i mercati mondiali e il perché di questo corto circuito è da ricercare in più fattori, non c’entra solo l’effetto Trump e i dazi ma incidono pesantemente anche le mosse europee, dal riarmo al cambio di marcia in Germania con il nuovo governo che sarà guidato da Merz. Gli analisti economici non hanno dubbi sul fatto che siano molteplici i fattori che stanno determinando questi scossoni. Lo S&P 500 è sceso ieri del 2,7% nelle contrattazioni pomeridiane, reduce dalla peggiore settimana da settembre. Il Dow Jones – riporta Il Corriere della Sera – è andato sotto del 2,08%, ma il tonfo peggiore lo ha fatto il Nasdaq, sprofondato a -4% dopo aver bruciato quasi mille miliardi. Nel Vecchio continente la Borsa peggiore è stata quella di Francoforte, che ha chiuso con un calo dell’1,7% anche sulle tensioni politiche interne, seguita da Madrid in perdita dell’1,3%. In ribasso finale dello 0,9% i listini azionari di Londra, Amsterdam e anche Parigi, che per tutta la giornata aveva provato a contenere i cali. Male pure Milano (-0,95%) appesantita dalle banche.
“La giornata di ieri – spiega Mario Spreafico, capo area Milano del Global Wealth Management della banca svizzera Ubs – nasce da quello che è successo la settimana scorsa, una sommatoria di eventi che non riguardano soltanto gli Usa e il cambiamento del ciclo americano inaugurato da Donald Trump, con la guerra commerciale dei dazi alle importazioni e soprattutto la nuova politica fiscale che frena la spesa pubblica e con la detassazione di alcuni settori produttivi punta ad attrarre le aziende straniere a produrre negli Stati Uniti. I mercati avevano già messo sotto attenzione la politica di Trump“.
“L’avvenimento più importante – prosegue Spreafico – è stato il piano annunciato dalla Germania, che per la prima volta ha inaugurato una politica di aumento della spesa pubblica che ha creato un effetto dirompente sui mercati e sui tassi, con il Bund a dieci anni salito di 50 centesimi (mezzo punto percentuale) nel giro di pochi giorni e che ha stabilizzato i rendimenti dei titoli di Stato di altri Paesi come Italia e Francia. Il nuovo corso, che ha annunciato un fondo da 500 miliardi finanziato con il debito pubblico, è un cambio di passo. La Germania è sempre percepita come esempio di rigore. Questo insieme ha portato a una revisione di brevissimo termine delle priorità e delle aspettative dei gestori di portafogli”. Spreafico chiude con una previsione sugli Stati Uniti: “Washington continuerà a crescere“.
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