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Piano nazionale pandemico: la Conferenza Stato-Regioni sta studiando il testo. No ai Dpcm per introdurre restrizioni alla libertà personale. Oltre ai vaccini si devono utilizzare i “presidi terapeutici disponibili”

Cinque anni fa scoppiava nel nostro Paese la pandemia da Covid-19 che avrebbe stravolto la vita di milioni di italiani, tra isolamenti, restrizioni, zone gialle e rosse, green pass e limitazioni. Era infatti il 20 febbraio del 2020 quando il primo cittadino italiano è risultato positivo al virus. Oggi, dopo cinque anni, si discute del nuovo piano pandemico nazionale. Ecco le principali novità e che cosa cambia nello specifico.

Nel nuovo Piano nazionale pandemico inviato in Conferenza Stato-Regioni dal Ministero della Salute si riconosce che i vaccini non possono essere l’unico strumento di contrasto e che l’applicazione di eventuali restrizioni alla libertà personale sono lecite solo a fronte di una “pandemia di carattere eccezionale” ma senza il ricorso di Dpcm.

“E’ escluso – si legge – l’utilizzo di atti amministrativi per l’adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali. Solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali possono essere previste misure temporanee, straordinarie ed eccezionali”.

Il nuovo Piano nazionale pandemico non sminuisce l’importanza dei vaccini “quando approvati e sperimentati” ma sottolinea che non possono “essere considerati  gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni, ma vanno  utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili”. In caso di pandemia si devono quindi utilizzare i trattamenti disponibili oltre ai vaccini, la cui distribuzione “deve rispondere a criteri trasparenti e motivati, nel pieno rispetto dei  principi etici e costituzionali di uguaglianza ed equità a livello nazionale e internazionale, affinché nessuno sia escluso”.

“Ogni intervento deve essere proporzionato  alle condizioni cliniche del paziente, del quale è riconosciuta l’autonomia decisionale e tutelata la dignità”, si legge nel testo, in particolare “tra le popolazioni particolarmente fragili e vulnerabili cui è opportuno prestare  specifica attenzione” come “i grandi anziani, coloro che sono  ospitati all’interno di Rsa, le persone affette da patologie rare, psichiatriche, oncologiche, da comorbidità severe o immunodeficienze, le persone che vivono in condizioni di particolare fragilità sociale o economica, le persone migranti e le persone in regime di detenzione”.    

Il nuovo Piano pandemico nazionale, ha dichiarato ministro della Salute Orazio Schillaci, “è stato inviato ieri alle Regioni, adesso lo stanno esaminando e a breve avremo il responso. C’è la copertura economica, prevista in Finanziaria, che prima non c’era. Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini”.

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