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Crollo dell’insegna della Torre Generali, dieci indagati per crollo colposo

Ci sono dieci persone indagate dalla Procura di Milano per il crollo dell’insegna della Torre di Generali a CityLife Milano. L’anticipazione di Repubblica trova conferma da fonti inquirenti. Gli iscritti sul registrato degli indagati sono tecnici, progettisti e rappresentanti legali delle società impiegate per l’installazione e la manutenzione dell’insegna crollata dal grattacielo con l’ipotesi di crollo colposo, reato che non prevede un coinvolgimento diretto nel procedimento penale di aziende e società in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Il crollo avvenne lo scorso 30 giugno, per appurare le cause la Procura si è rivolta a dei consulenti che svolgeranno accertamenti tecnici irripetibili.

Tra gli indagati anche l’ad della CMB di Carpi

C’è Emiliano Cacioppo, amministratore delegato del colosso delle costruzioni Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi (CMB), fra i 10 indagati dell’inchiesta della Procura di Milano per il crollo dell’insegna della torre Hadid di Generali a City Life dello scorso 30 giugno.  Secondo l’ipotesi della Procura, Cacioppo non avrebbe vigilato sulla “diligente esecuzione dell’appalto” da parte dell’azienda MBM srl. Tra gli altri 9 indagati compaiono due ispettori che hanno trasmesso al responsabile delle manutenzione di Generali Real Estate le relazioni di “ispezione sull’opera”, manager, progettisti, direttori lavori, e collaudatori della catena di subappalti per le società MBM, Euromeccanica di Franza Antonio & C sas, Tecnova System, MCI Montaggi Carpenterie Industriali di Previdi Mario. Nessuna delle aziende è indagata perché il crollo colposo non è un reato contemplato dalla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. 

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