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Cina, Pil terzo trimestre frena a +4,8% con tensioni Usa

Le Borse in Asia si avviano verso una chiusura record. Tokyo ha guadagnato il 3,3%, Seul l’1,76%, e corre sul finale Hong Kong (+2,3%) con Shanghai che sale dello 0,5% e Shenzhen dello 0,7 per cento. I mercati rilevano segnali di allentamento delle tensioni commerciali e in Giappone in particolare il listino è sostenuto dalle attese per il programma di stimolo promesso da Sanae Takaichi, prossimo primo ministro.

Nonostante ciò, la Cina segna nel terzo trimestre un Pil in rialzo del 4,8% annuo, in rallentamento rispetto al +5,2% di aprile-giugno a causa delle tensioni commerciali con gli Usa, con la serie di dazi in parte congelati. Nei primi nove mesi dell’anno, in base ai dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, l’economia mandarina è cresciuta del 5,2%, mantenendosi in linea con il target dell’intero 2025 di un Pil in aumento “di circa il 5%”. 

L’economia cinese cresce al ritmo più lento del 4,8% nel terzo trimestre (+1,1% congiunturale da +1%), al passo inferiore rispetto al 5,2% di aprile-giugno, ma in sostanziale linea con le attese. Il dato, diffuso dall’Ufficio nazionale di statistica, è il più debole dal terzo trimestre del 2024, mentre la massima leadership comunista – sotto la guida del presidente Xi Jinping – si riunisce oggi per i lavori del quarto Plenum del Comitato centrale che si conclueranno giovedì, avendo in agenda soprattutto la stesura del XV Piano quinquennale 2026-30. Il Pil dei primi 9 mesi del 2025 si attesta al 5,2%, mettendo la Cina in condizioni di raggiungere l’obiettivo ufficiale di “circa il 5%” per l’intero anno e allentando la pressione sul governo pee nuove misure di stimolo nel breve termine. L’economia mandarina continua a viaggiare a due velocità: i consumi e il settore immobiliare come elementi deboli, mentre l’export e il manifatturiero trainano la crescita. Tuttavia, gli economisti hanno rimarcato la crisi del settore immobiliare e i consumi stagnanti che alimentano le spinte deflazionistiche, limitando il potenziale di crescita della Cina. Il Pil a prezzi correnti, infatti, è cresciuto a un tasso più lento nel terzo trimestre, a +3,7%. I dati di settembre gettano poi ombre sull’ultimo trimestre dell’anno: i prezzi delle nuove case in 63 delle 70 città monitorate sempre dall’Ufficio nazionale di statistica, sono diminuiti sul mese precedente, rispetto alle 57 di agosto.

Le vendite al dettaglio sono salite del 3,0% su base annua, in calo rispetto al 3,4% di agosto e al tasso più basso da novembre scorso. Gli investimenti in asset fissi si sono indeboliti per il sesto mese consecutivo, con un calo dello 0,5% su base annua nel periodo gennaio-settembre, rispetto alla crescita dello 0,5% nei primi otto mesi, mentre la componente immobiliare ha visto un tondo del 13,9%. La produzione industriale, invece, è balzata del 6,5%, oltre le attese e al passo migliore degli ultimi tre mesi. La crescita delle esportazioni è rimasta solida, con un calo di spedizioni verso gli Stati Uniti compensato da quelle verso altre aree. 

La Cina formalizza Li Chenggang principale negoziatore commerciale

La Cina ha formalizzato Li Chenggang nel nuovo ruolo di principale negoziatore commerciale, rimuovendolo dall’incarico di rappresentante permanente presso l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). La notizia, riferita dall’agenzia statale Xinhua, è maturata dopo l’inasprimento della tensione tra Pechino e Washington, con gli Stati Uniti che hanno deciso sanzioni contro altre società mandarine e l Cina che ha imposto forti restrizioni alle esportazioni di terre rare. Li, 58 anni, è stato nominato ad aprile a capo dei negoziatori del Dragone sul commercio internazionale, mentre l’attuale rappresentante cinese presso il Wto è Li Yongjie, che ha presentato le sue credenziali il 29 settembre.

In qualità di ex inviato al Wto e viceministro del Commercio, Li ha avuto un ruolo di peso nei quattro round di colloqui Usa-Cina sul corposo dossier commerciale. La scorsa settimana il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha usato toni molto duri nei suoi confronti. “Forse il viceministro che si è presentato qui con un linguaggio molto incendiario il 28 agosto è diventato un ribelle – ha detto Bessent durante un evento -. Questo individuo è stato molto irrispettoso.”

La visita di Li a Washington di agosto, senza invito, ha irritato l’amministrazione Trump, perché usata – secondo le ricostruzioni – a ribadire le narrazioni della Cina. Bessent ha allentato le tensioni in vista del previsto vertice tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping a fine mese, a margine dell’Apec in Corea del Sud. Dopo la videochiamata di venerdì di Bessent con il vicepremier cinese He Lifeng, le parti hanno avuto “discussioni franche e dettagliate”, decidendo di incontrasi a breve in Malesia per prevenire l’escalation dei dazi americani sul made in China, pari al 100% aggiuntivo, come minacciato da Trump dopo la stretta sulle terre rare.

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