Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico

<em>Da Jacopo Bononi-presidente</em>
La Cultura quando non è mera accademia o solo studio dei ‘massimi sistemi’ significa anche considerare la Storia e le Origini, che sono due cose ben diverse, di un particolare ‘nucleo’ che sia definibile etnicamente, socialmente e geograficamente. L’annunciata chiusura dello storico Hotel Marinella, ai quali proprietari Jack e Alberto Torino in primis e per la simpatia e la conoscenza all’amica Valentina poi, va la mia stima e la mia amicizia, non può che portarci ad alcune riflessioni sulla ‘vicenda moderna marinese’. Ebbi modo durante l’Amministrazione Ciumei di pubblicare un pezzo nella Rivista Numero Unico ‘Marciana Marina. Turismo e Cultura’ che rimane ancora oggi un valido e inarrivato esempio di come possa essere veicolata la promozione turistica attraverso la cultura, sulle attività marinesi che ne hanno fatto la storia. Allora e adesso mi aiuta la cara amica Rina Bulleri nel tentativo di ricostruire le vicende commerciali, delle ‘botteghe’ criticò qualcuno allora, che sono state l’ossatura sulla quale per decenni ha retto il sistema economico marinese. Rivendico il valore di quella pubblicazione, promossa dal citato sindaco e dall’allora Consorzio l’Elbavoglio, non fosse altro per la partecipazione di Noemi Paolini Giachery che diede lustro al libretto, il lustro che Marciana Marina meritava. Lo sforzo imprenditoriale di quelle che io considero le ‘figurone merinesi’ fu la base per la prosperità della nostra cittadina di ora. Si badi bene, non solo per chi sviluppando le attività turistiche dal nulla ebbe un evidente vantaggio economico in quanto titolare, ma specialmente perché senza quello sviluppo il cosiddetto ‘indotto’ da una parte non avrebbe potuto esistere e perché dall’altra le decine di famiglie marinesi per più di mezzo secolo hanno potuto godere di un impiego stagionale sicuro, per sé, per i figli e per figli dei loro figli. Restano oggi pochi esempi di quella tradizione che siano legati alle famiglie di origine e ciò perché la nostra società è in continua evoluzione e perché una certa globalizzazione dei sistemi economici e commerciali se da una parte ha reso il mondo più unito e più vicino, ha anche reso obsoleto il cosiddetto ‘family system’ per cui, partendo dalle esternalizzazione dell’ housekeeping alberghiero si è arrivati a una certa ‘cannibalizzazione’ inevitabile di gruppi imprenditoriali che di certo non porteranno avanti quella simbiosi tra impresa e tessuto sociale locale di cui sopra, bensì come sta già accadendo si prediligerà personale ‘straniero’. Parafrasando un famoso ritornello musicale della mia adolescenza ‘cosa resterà allora di questi anni’ della storia marinese e dei suoi ‘eroi’ ? Nulla. Se non il nostro doveroso ricordo. Senza temere accuse di conflitto di interessi allora partirò da mio nonno Luigi Catta. Egli per primo intuì che il mondo stava cambiando e dalla tradizione agricola di proprietario terriero del padre a Sant’Andrea fece della sua vita un’avventura imprenditoriale, acquistando l’uva dai contadini del citato paesino, facendo loro un grande favore dati i tempi difficili, per poi avviare un commercio di vino che dal bastimento La Volontà di Dio arrivò a consolidarsi nella rivendita, ancora oggi esistente, al porto della Marina del Cantinone, allora Catta. Il resto è storia nota, ossia per i figli Angelo, Maria e Maria Grazia fu lui a costruire l’Hotel Gabbiano Azzurro nei primi settanta del Novecento, poi ampliatosi nel due. Ho già scritto, per la sua morte, un pensiero a Luigi Mazzei che iniziò lavorando per il mio nonno e ma che in seguito con la discoteca e i bagni Capo Nord prima, attualmente gestiti con dedizione dal figlio Fabrizio e poi con il ristorante omonimo del genero Attilio e ora degnamente rappresentati anche con il locale sulla spiaggia del nipote Alberto, diede un ‘imprinting’ indelebile alla storia imprenditoriale della Marina. Francesco Torino poi che dal ristorante vicino alla piazzetta degli Artisti ebbe la forza e la capacità di avviare l’albergo con ristorante ora in chiusura e che dedicò alla figlia Marinella. Egli ebbe l’intuizione che la spettacolare vista su tutto il porto di Marciana Marina avrebbe dato una ‘marcia in più’ all’impresa e così fu. Lo stesso vale per Marcello Landi con il suo Rendez-vous ora gestito con stile e perizia dai figli Piero e Gianluca: un ristorante che ha segnato la storia della Marina all’insegna del bon-ton e della professionalità. Rimanendo in tema di ‘somministrazione’ come non ricordare Alberto Coltelli e la sua enoteca, dall’altra parte del porto rispetto al cantinone di cui sopra, ma per decenni luogo di ritrovo e esempio di quella capacità di impresa suddetta. Tuttavia, tornando all’hospitality’, i più giovani di certo non possono ricordare che il primo albergo della Marina fu l’Albergo La Pace aperto da Goffredo Ducati fratello di Teresina, poi titolare dello storico ristorante. Era una locanda che fu aperta negli anni in cui il turismo non era ancora predominante e veniva anche ‘usato’ come alloggio per i professori che venivano ‘da fuori’. Questo Albo d’Oro delle ‘figurone marinesi’ comprende di certo Lidio Catta con la sua Conchiglia all’ingresso della cittadina e Agostino Romano con la sua Imperia: due hotel che hanno preceduto la Marinella in quell’inevitabile ‘trapasso’ da realtà ‘paesane’ a moderne strutture ‘eterogestite’. Last but not least: come non citare le imprese alberghiere delle famiglie Gasparri e Scacciati, i cui capostipiti gestirono due delle più rinomate imprese turistiche della Marina e che ricordo nell’abbraccio con le figlie rispettivamente Cristina e Barbara. Mi si perdoni se ho tralasciato qualcuno, ma nel citare e nel ricordare queste persone che hanno dato un contributo indelebile alla storia marinese intendo anche rivendicare un dovere che abbiamo. Ossia quello di non lasciare che il tempo cancelli le loro imprese e con questo lasci che le nostre radici, fatte anche del sacrificio di questi illustri personaggi ai quali sarebbe il caso di cominciare a dedicare strade e piazze, siano come polvere al vento e sfumati ricordi annebbiati dai ‘reels’ e dai ‘bits’ distorti di questa epoca stordente. (…) Ho sentito (Shock in my town)/urla di furore di generazioni senza più passato (Velvet underground)/di neo-primitivi/ rozzi cibernetici signori degli anelli/ orgoglio dei manicomi. (testo del filosofo Manlio Sgalambro per Franco Battiato). Che non sia questo il nostro destino.
Rinnovo Patente all'Isola d'Elba? Facile ed Economico
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