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Cecilia Sala, le smentite iraniane e i dubbi del governo italiano
Ormai sono passati 20 giorni dall’arresto di Cecilia Sala, la giornalista italiana fermata in Iran e portata nel famigerato carcere di Evin. L’Italia si sta muovendo su più fronti, la premier Meloni è volata negli Stati Uniti anche per parlare del caso con il presidente eletto Donald Trump. Il caso è infatti è un intrigo internazionale, visto che si sospetta che l’arresto di Sala sia legato a quello effettuato dall’Italia su segnalazione degli Usa di Abedini, l’ingegnere iraniano ricercato dagli Stati Uniti per il suo ruolo nell’industria bellica in particolare nel settore dei droni. Gli Usa chiedono all’Italia l’estradizione di Abedini mentre l’Iran chiede di liberarlo.
Proprio l’Iran è tornato a pronunciarsi sul caso di Cecilia Sala. La portavoce del governo della Repubblica islamica Fatemeh Mohajerani durante un punto stampa stamane ha detto: “Ci auguriamo che la questione della giornalista venga risolta rapidamente“. Ha inoltre ribadito che l’arresto di Sala “non è una ritorsione”. Ieri Teheran aveva fatto dire al portavoce del ministero degli Esteri che il caso della giornalista italiana non è “in alcuno modo legato al fermo di Mohammad Abedini Najafabadi in Italia”.
Meloni ha fretta di risolvere la questione e non attenderà l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, la premier italiana vedrà Biden giovedì prossimo in Italia e tratterà con lui la delicata vicenda, l’obiettivo è quello di riuscire a ottenere la liberazione di Cecilia Sala entro dieci giorni. Ma per accorciare i tempi gli Usa dovrebbero rinunciare all’estradizione di Abedini.
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