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L’incubo senza fine della famiglia Pelicot
Il caso di Dominique Pelicot, condannato a 20 anni di carcere per aver drogato, violentato e fatto violentare la moglie Gisèle da decine di uomini reclutati online, rappresenta una delle vicende più sconvolgenti nella storia giudiziaria francese. Ma nonostante la chiusura del processo, l’orrore per Gisèle e i suoi tre figli non si è concluso. Sul 72enne, infatti, continuano ad aleggiare sospetti di altri crimini, lasciando aperte le ferite di una famiglia distrutta.
Per dieci anni, Pelicot ha trasformato la moglie in una vittima inconsapevole, filmando ogni abuso per poi conservare i video come trofei. Tuttavia, il trauma non si limita a Gisèle. Caroline Darian, la primogenita di 45 anni, vive con il dubbio di essere stata sottoposta allo stesso trattamento: nel computer del padre sono state trovate due foto che la ritraggono addormentata, nuda e con indosso biancheria non sua. Tra i file digitali, sono emerse anche immagini delle nipotine, scambiate su un sito usato da Pelicot per reclutare complici.
In aula, l’ex patriarca ha negato di aver mai toccato figli o nipoti, sostenendo di amarli profondamente. Ma le sue dichiarazioni non hanno convinto nessuno. Caroline, che nel 2022 ha pubblicato il libro E ho smesso di chiamarti papà e che continua a chiedere risposte su ciò che potrebbe essere accaduto, lo ha affrontato direttamente: “Stai mentendo! Morirai da solo nella menzogna”. Per lei, l’unica differenza con la madre è la mancanza di prove certe.
Anche i fratelli di Caroline, David (50) e Florian (28), hanno tagliato ogni legame con il padre. David, ricordando il legame che li univa un tempo, ha dichiarato: “Non ho più un padre, quell’uomo non esiste e non è mai esistito”. Florian, il più giovane, ha scelto parole ancora più dure: “Dicevi che nostra madre era una santa. Ma tu eri il diavolo, e per me sei già morto”.
Nel frattempo, Gisèle, 72 anni, cerca di ricostruire una vita normale. Da vittima, è diventata suo malgrado un simbolo globale della lotta contro la violenza sessuale. Ma il prezzo pagato da lei e dai suoi figli rimane incalcolabile. “Come si può continuare a vivere quando il proprio padre è uno dei più grandi predatori sessuali della storia?” ha chiesto Caroline al termine del processo.
Per l’avvocato Florence Rault, che rappresenta altre potenziali vittime, il caso Pelicot potrebbe essere solo la punta di un iceberg. “Si può presumere che quello che è successo a Mazan sia il culmine di un lungo processo”, ha dichiarato. Tuttavia, Pelicot, a meno che non venga messo di fronte a prove schiaccianti, continuerà a negare tutto. Inoltre, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Nel 2022, nonostante non ci siano prove legate al Dna, Pelicot è stato formalmente accusato dell’omicidio di Sophie Narme, agente immobiliare trovata morta nel 1991, per il quale però continua a proclamarsi innocente.
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