Rinnovo Patente? Facile ed Economico
L’analisi di Karsten Junius, CFA, Chief Economist di J. Safra Sarasin
L’elevata inflazione registrata dall’inizio della pandemia ha indotto la Bce a riconoscere che l’inflazione può deviare in modo significativo sia verso l’alto che verso il basso. Prima della pandemia, l’obiettivo principale della Bce era quello di contrastare l’inflazione troppo bassa, poiché per molti anni si era rivelato difficile riportarla al 2%. La Bce afferma che cambiamenti strutturali quali l’evoluzione demografica, la geopolitica, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e le trasformazioni del sistema finanziario potrebbero rendere più frequenti rispetto al passato le perturbazioni determinate dal lato dell’offerta. Ciò potrebbe comportare un aumento della volatilità dell’inflazione, rafforzando l’importanza dell’orientamento a medio termine della politica monetaria.
La Bce ha sottolineato che sia gli scostamenti negativi che quelli positivi dell’inflazione dal suo obiettivo del 2% sono ugualmente indesiderabili. Un’inflazione troppo bassa rischia di raggiungere il limite inferiore effettivo dei tassi di interesse nominali, complicando la politica monetaria. Un’inflazione troppo elevata comporta il rischio di risposte non lineari dei prezzi e dei salari che potrebbero determinare periodi prolungati di inflazione elevata, con conseguente disancoraggio delle aspettative di inflazione. La BCE conclude pertanto che in entrambi i casi potrebbero essere necessarie misure incisive.
La Bce non ha affrontato l’obiettivo del 2% in sé. Ciò potrebbe avvenire in occasione della prossima revisione nel 2030. Tuttavia, ha confermato che l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) nella sua forma attuale continuerà a essere lo strumento utilizzato per misurare l’inflazione. La Bce ha confermato che un paniere che includa i costi delle abitazioni occupate dai proprietari rifletterebbe meglio l’andamento dell’inflazione rilevante per le famiglie. Tuttavia, fino a quando Eurostat non pubblicherà un indice di questo tipo, la Bce potrà solo continuare a verificare incrociando i dati nazionali disponibili e gli indicatori relativi ai costi delle abitazioni con l’andamento generale dell’inflazione. La Bce ha inoltre confermato che un obiettivo di inflazione superiore allo zero offre un margine di sicurezza auspicabile. Un’inflazione troppo bassa complica i cambiamenti strutturali a causa delle rigidità nominali dei salari e dei prezzi.
La Bce ha dichiarato che i suoi tre tassi di riferimento rimangono gli strumenti principali per orientare la politica monetaria. Tuttavia, una volta che essi si avvicineranno al limite inferiore dei tassi di interesse nominali, potranno essere utilizzati anche operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, acquisti di asset, tassi negativi e indicazioni prospettiche. A seconda della natura degli shock e degli sviluppi futuri, potrebbero essere sviluppati nuovi strumenti, come il Transmission Protection Instrument (TPI). Se l’economia dovesse affrontare shock di ampia portata, sarebbe preferibile ricorrere a un paniere di strumenti piuttosto che affidarsi ampiamente a uno solo.
La Bce ha inoltre suggerito che un intervento tempestivo potrebbe rendere più efficace la politica monetaria. Ciò potrebbe essere interpretato come un’autocritica. Il Consiglio direttivo non terrebbe conto solo del proprio scenario economico principale, ma anche dei rischi che lo circondano. La revisione della strategia ha indicato in molti casi che l’utilizzo di qualsiasi strumento sarebbe soggetto a una valutazione globale di proporzionalità, mediante l’analisi dei potenziali effetti collaterali. In particolare, ha sottolineato che gli effetti collaterali dei suoi acquisti di asset sulla redditività delle banche centrali e, di conseguenza, sulla collettività sono stati più gravi del previsto. Ciò aumenta chiaramente gli ostacoli per futuri programmi di quantitative easing su vasta scala.
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