Rinnovo Patente? Facile ed Economico
L’assemblea dell’Abi, in programma venerdì 11 luglio, non si terrà nella sede romana, ma nell’Università Bocconi di Milano
L’Abi trasloca, almeno idealmente. Dopo aver quasi dimezzato il personale nella storica sede di Palazzo Altieri a Roma, l’Associazione bancaria italiana sembra ormai avere la testa – e forse anche il cuore – stabilmente a Milano. Vuoi per il risiko bancario in pieno fermento, vuoi perché il capoluogo lombardo è sempre più la capitale economico-finanziaria del Paese, il segnale è inequivocabile: l’assemblea annuale dell’Abi, in programma venerdì 11 luglio, non si terrà nella sede romana, ma nella prestigiosa Università Bocconi, la più “meneghina” tra le accademie italiane.
Una scelta logistica? Forse. Ma anche simbolica. È la seconda volta nella storia dell’associazione che accade (la prima fu nel 2019 in occasione del centenario). Milano, del resto, è il terreno dove si giocano le grandi partite del sistema bancario nazionale. Ed è proprio lì che i vertici delle principali banche italiane si confronteranno su fusioni, acquisizioni e offerte pubbliche di scambio che stanno ridisegnando il settore. Alcune operazioni sono già andate in porto – come la fusione tra Banca Ifis e Illimity o l’avanzata di Bper verso Banca Popolare di Sondrio – altre sono in fase avanzata, come l’offerta di Monte dei Paschi di Siena per entrare nel capitale di Mediobanca. Ma non tutto fila liscio. L’operazione più chiacchierata, l’assalto di Unicredit a Banco Bpm, si sta rivelando più accidentata del previsto, tra veti incrociati, golden power e malumori in crescita.
E mentre i riflettori mediatici resteranno puntati sulle mosse delle grandi banche, fra i top banker si discuteranno partite altrettanto importanti, ma lontane dai taccuini dei cronisti. Il 14 e il 15 luglio, infatti, sono in agenda due appuntamenti delicati tra Abi e sindacati, stavolta nella sede romana di Palazzo Altieri. Oggetto del confronto sarà la definizione dell’articolato del contratto collettivo nazionale di lavoro firmato a novembre 2023. Una questione che, solo in apparenza, ha contorni tecnici. In realtà, i nodi ancora irrisolti sono di peso: si parla di orari, part-time e questioni economiche che toccano da vicino migliaia di lavoratori.
E non finisce qui. Sempre in quei giorni è previsto un incontro per la definizione del contratto nazionale dei dirigenti bancari, una partita spesso sottovalutata, ma altrettanto strategica, anche in termini di equilibri interni ai gruppi creditizi.
Attenzione a pensare che sia tutto in discesa. Anzi. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, le distanze tra le parti sono ancora ampie. Le fonti bancarie parlano apertamente di un rischio rottura sia sull’articolato del contratto nazionale sia sulla trattativa con i dirigenti. La tensione resta alta, la conflittualità è latente, ma pronta a esplodere. Il presidente del Comitato affari sindacali di Abi, Ilaria Dalla Riva (manager Unicredit), sarà coadiuvata da Roberto Cascella (Intesa), Andrea Merenda (Bper), Roberto Speziotto (Banco Bpm), Bruna Sandretti (Mps), Carlo Fazzi (Bnl Bnp Paribas) e altri colleghi: per molti di loro, freschi di nomina, è il primo vero banco di prova.
La sensazione è che il Casl Abi stia cercando di prendere tempo, mentre le banche sono impegnate da attori o spettatori degli eventi in corso nel risiko bancario. Seguiremo la vicenda passo-passo perché riguarda temi di peso, come il contratto dei dirigenti, in relazione al quale sindacati e Abi hanno volutamente scelto un profilo basso: una anomala cortina fumogena che nessuno riesce a spiegare. E la rottura del tavolo non è così remota.
Leggi anche/ Risiko, il siluro di Berlino contro Unicredit: “Non cederemo la quota in Commerzbank” – Affaritaliani.it
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet