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Banche: Sileoni (Fabi), ‘nuova tassa sarebbe pagata da lavoratori e correntisti’
”Se si applicasse una tassa tout court sulle banche, alla fine la pagherebbero i lavoratori bancari, i cittadini e i correntisti in termini di maggiori costi e commissioni. Sarebbe una presa in giro totale. Non vorrei che fosse solo un argomento elettorale per la ricerca di consenso”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7. Le banche ”hanno guadagnato molto negli ultimi tre anni, in termini di utili, 112 miliardi di euro complessivi: 46 miliardi nel 2024, 40 miliardi nel 2023 e 26 miliardi nel 2022”, ricorda Sileoni. ”La politica sui tassi della Bce ha favorito la crescita dei profitti del settore bancario, ma non è stato il solo fattore determinante”. Inoltre le banche ”pagano più tasse rispetto alle altre categorie di imprese, per esempio, con aliquote più alte di Ires e Irap”.
”Un contributo al settore bancario il governo lo può chiedere ma andrebbe concertato, condiviso’‘, secondo il segretario. ”Io non sono tra quelli che vorrebbero inasprire le tasse. Le banche vanno coinvolte. Sono sicuro che gli amministratori delegati, molto attenti sul piano della sensibilità sociale, non si tirerebbero indietro da questo punto di vista. Si possono chiedere contributi di carattere straordinario”.
”Dove non arriva lo Stato, possono contribuire le banche. Intesa Sanpaolo ha già erogato 750 milioni di euro per la lotta alle disuguaglianze sociale nell’ambito di un piano pluriennale da 1,5 miliardi. Gli istituti di credito possono fare molto, affiancando lo Stato, per le infrastrutture, la sanità, la ricerca scientifica e l’istruzione”, osserva Sileoni. ”Occorre dialogare con l’Abi e le banche, come sempre hanno fatto, interverranno con i loro contributi. E darebbero piena attuazione al loro ruolo sociale. Si è aperto un dibattito pubblico da alcune settimane. Ma i rappresentanti del settore ancora non sono stati coinvolti”.
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