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Autonomia, i paletti della Consulta
E’ stata depositata oggi, negli uffici della Cancelleria della Corte Costituzionale, la sentenza della Consulta numero 192 del 2024 sulle questioni di costituzionalità relative alla legge sull’Autonomia differenziata. “ll regionalismo corrisponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione. Spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale”. Lo scrive la Consulta nella sentenza sulle questioni di costituzionalità relative alla legge sull’Autonomia differenziata, in cui ha accolto parzialmente i ricorsi di quattro Regioni. “La vigente disciplina costituzionale riserva al Parlamento la competenza legislativa esclusiva in alcune materie affinché siano curate le esigenze unitarie (art. 117, secondo comma, Cost.)”.
Consulta, Autonomia deve migliorare l’efficienza degli apparati pubblici
“L’Autonomia differenziata deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini, in attuazione del principio di sussidiarietà”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza della Consulta, che si è espressa in merito alla legge sull’Autonomia dopo i ricorsi di quattro Regioni. “Questo implica due corollari – viene aggiunto – da un lato, il trasferimento della funzione non dovrebbe aumentare la spesa pubblica ma dovrebbe o ridurla o mantenerla inalterata, nel quale ultimo caso la gestione più efficiente si tradurrà in un miglioramento del servizio; dall’altro lato, il criterio da seguire per finanziare le funzioni trasferite dovrebbe considerare il costo depurato dalle inefficienze (come può essere il costo e fabbisogno standard, da applicare se la funzione attiene ad un Lep)”.
Autonomia, trasferire solo specifiche funzioni
L’articolo 116 della Costituzione “richiede che il trasferimento riguardi specifiche funzioni, di natura legislativa e/o amministrativa, e sia basato su una ragionevole giustificazione, espressione di un’idonea istruttoria, alla stregua del principio di sussidiarietà”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza della Consulta, che si è espressa in merito alla legge sull’Autonomia dopo i ricorsi di quattro Regioni. “La ripartizione delle funzioni deve corrispondere al modo migliore per realizzare i principi costituzionali – viene aggiunto -L’adeguatezza dell’attribuzione della funzione ad un determinato livello territoriale di governo va valutata con riguardo ai criteri di efficacia ed efficienza, di equità e di responsabilità dell’autorità pubblica”.
Autonomia, criteri direttivi per i Lep vanno modulati
“I Lep implicano una delicata scelta politica, perché si tratta fondamentalmente di bilanciare uguaglianza dei privati e autonomia regionale, diritti e esigenze finanziarie e anche i diversi diritti fra loro. Si tratta, in definitiva, di decidere i livelli delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali, con le risorse necessarie per garantire uno standard uniforme delle stesse prestazioni in tutto il territorio nazionale”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza della Consulta, che si è espressa in merito alla legge sull’Autonomia dopo i ricorsi di quattro Regioni. Per la Consulta, “il vizio alla base dell’art. 3, comma 1, sta nella pretesa di dettare contemporaneamente criteri direttivi – per relationem – con riferimento a numerose e variegate materie. Poiché ogni materia ha le sue peculiarità e richiede distinte valutazioni e delicati bilanciamenti, una determinazione plurisettoriale di criteri direttivi per la fissazione dei Lep, che non moduli tali criteri in relazione ai diversi settori, risulta inevitabilmente destinata alla genericità”.
Autonomia, Barbera: “Prossimo step decisione su referendum”
Dell’Autonomia “intanto se ne deve occupare l’ufficio centrale referendum, la Cassazione, a cui abbiamo trasmesso il testo perché devono verificare se ci sono le condizioni o meno per la consultazione referendaria. Questo è il primo passaggio, poi gli altri si vedrà”. Così il presidente della Corte Costituzionale Augusto Barbera interpellato a margine di un evento alla Camera. Se ci sono le condizioni affinché si celebri il referendum? “Questo spetta all’ufficio centrale” dirlo, rispondere “sarebbe un’invasione da parte mia. L’ufficio centrale lo fa con una vera e propria udienza”, la replica di Barbera. A chi gli chiede se a suo avviso l’Autonomia differenziata riuscirà ad andare in porto Barbera risponde nuovamente: “Sono domande a cui preferisco non rispondere”.
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