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<em>Da Legambiente Arcipelago Toscano</em>
Ormai il periodo di incubazione delle uova depositate a luglio sotto la sabbia della Foce, a Marina di Campo, da una tartaruga marina Caretta caretta era scaduto e i biologi che seguono il progetto LIFE europeo TurtleNest hanno deciso che era tempo di scavare per capire cosa stava succedendo e di scavare il nido. Un’operazione alla quale ha assistito un numerosissimo pubblico, realizzata da un team composto da Marco Zuffi dell’università di Pisa, Isa Tonso, Tatiana Segnini, Umberto Mazzantini ed Enrico Michelon di Legambiente Arcipelago Toscano, che si è subito trasformata in una vera e propria lezione sulla vita delle tartarughe e sull’ambiente, il clima e la biodiversità del nostro mare.
Una iniziativa scientifica e di volontariato in diretta che, vista la predominanza si spettatori tedeschi e svizzeri, è stata illustrata in inglese, tedesco e italiano, suscitando grande curiosità, tante domande e molte foto che faranno il giro di mezza Europa e che rimarranno nella memoria di grandi e piccini.
Nel nido, purtroppo nessun uovo schiuso, ma 60 uova (e un “yolkless”, uno strano “ovetto” minuscolo) integre e apparentemente non fecondate che rappresentano comunque un tesoro di dati scientifici per capire come sta cambiando il comportamento di questi antichissimi rettili marini che cercano spiagge sempre più a nord per sfuggire al mare sempre più caldo dell’epoca del riscaldamento globale.
Come dice Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe di Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano e referente locale del LIFE TurtleNest, «Un’altra avventura è finita, perché ogni nido è come un viaggio e voglio ringraziare tutti i volontari che hanno sorvegliato con amore e passione il nido per ben 13 giorni (312 ore!) sfidando la pioggia, il vento e il freddo umido delle lunghe nottate e che poi, in molti casi, la mattina andavano a lavorare. Un ringraziamento sentito anche alle attività sulla spiaggia che alla nostra richiesta hanno prontamente spento le luci. Un grazie speciale a Fabio del Camping del Mare, per la sua estrema gentilezza e per il suo aiuto. Comunque le nostre fatiche sono sempre ricompensate perché facciamo parte di un grande progetto per la protezione di un animale veramente eccezionale e, anche se in questo caso il nido non ha dato frutti, è stato bello lo stesso. Viva i volontari e viva le tartarughe».
E’ probabile che, come negli anni scorsi, all’Elba ci siano state anche altre nidificazioni non intercettate dai tartawatcher, quindi, occhio alle tracce di tartarughine appena nate, qualche schiusa a sorpresa potrebbe esserci, se si vedono sulla sabbia delle piccole tracce molto fitte e ravvicinate, larghe circa 5 centimetri, che partono da uno stesso punto e vanno verso il mare o verso qualche fonte luminosa, chiamare subito Legambiente.
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