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Mps, Mediobanca e il risiko bancario: un anno di fuoco

C’è stato un momento, nel 2025, in cui il sistema bancario italiano ha smesso di muoversi per inerzia e ha iniziato a far rumore. Non un singolo colpo di scena, ma una sequenza di mosse concatenate, studiate, talvolta bloccate, talvolta andate a segno. È il risiko bancario che ha animato tutto l’anno: una partita giocata su più tavoli, acquisizioni, offerte pubbliche di scambio, partecipazioni rafforzate, golden power e contromosse difensive hanno scandito un anno che segna una netta cesura rispetto al passato.

Tutto è cominciato con un uomo, il vero burattinaio dietro questa partita, il pioniere che ha mosso le pedine, Andrea Orcel. La prima mossa del risiko infatti arriva proprio dalla sua Unicredit, che guarda oltre i confini italiani, per entrare nel capitale di Commerzbank, con una quota importante ma sotto il 30%. È stata una mossa che ha riaperto il dibattito, mai del tutto sopito, sulla possibilità di costruire un vero campione bancario europeo, e che ancora oggi non è chiusa, con Orcel in attesa di un ok dai tedeschi, e Berlino che si mette di traverso.

Ma non era di certo finita qui per Orcel, perché poche settimane dopo, la banca ha tentato di rafforzare ulteriormente il proprio perimetro domestico, lanciando un’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm, ma qui il gioco si incaglia presto: prima è intervenuto il Governo, attivando il golden power per valutare le implicazioni dell’operazione in termini di sicurezza nazionale. Poi la Consob sospende l’Ops, aprendo una fase di incertezza che non è stata risolta né dai ricorsi al TAR né dal coinvolgimento della Commissione europea. E così il 22 luglio 2025 Unicredit ha ritirato formalmente l’offerta.

In questo spazio si inserisce Monte dei Paschi di Siena, la banca simbolo di una crisi durata più di dieci anni, e dove Mps passa da preda a predatore lanciando un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca, puntando a uno degli snodi più delicati della finanza italiana perché Piazzetta Cuccia è il cuore del risparmio gestito italiano, e, indirettamente, del settore assicurativo, grazie alla partecipazione storica in Generali. Dopo mesi di confronti, analisi e molte polemiche, l’operazione va finalmente in porto l’11 settembre 2025, una data storica per Siena: Mps dopo una lunga fase di nazionalizzazione seguita da una privatizzazione per tranche da parte del Mef diventa finalmente protagonista del sistema bancario italiano.

L’offerta di Mps ha innescato ovviamente una reazione difensiva, con Mediobanca che ha tentato la contromossa lanciando a sua volta un’Ops su Banca Generali con l’obiettivo di blindare il presidio nel wealth management e consolidare una delle aree a maggiore redditività italiana. L’operazione, annunciata tra luglio e agosto 2025, non ha però ottenuto il sostegno necessario tra gli azionisti ed è caduta nel giro di poche settimane.

Dietro le quinte, però, mentre tutti guardano alle mosse dei big del credito, il risiko continuava a muoversi senza sosta quando Bper mette le mani su Banca Popolare di Sondrio, salendo oltre l’80% del capitale, consolidando il presidio nel Nord Italia. E ancora Banca Ifis completa l’acquisizione di oltre il 95% di Illimity e ne effettua il delisting: l’integrazione operativa prevede la razionalizzazione delle attività, con attenzione al credito alle imprese e ai servizi digitali specializzati.

Naturalmente le operazioni del 2025 richiederanno mesi di integrazione, uniformazione delle procedure interne, razionalizzazione delle reti e riorganizzazione dei team. Alcune acquisizioni europee potrebbero finalizzarsi, ma la maggior parte delle mosse resterà domestica. Il risiko ha tenuto l’attenzione viva, restate connessi per vedere cosa ci riserverà il 2026.

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