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Tra tensioni geopolitiche e concorrenza crescente, BMW Group archivia i primi nove mesi con una dinamica positiva nelle vendite e una disciplina rigorosa sui costi.
Le consegne mondiali salgono del +2,4% a 1.795.734 unità, mentre nel terzo trimestre toccano 588.140 veicoli, in progresso +8,7%. Il cuore del risultato è un margine EBIT del segmento Automotive al 5,9% nei nove mesi (Q3 5,2%), centrando l’intervallo obiettivo nonostante i venti contrari. «Abbiamo tutto ciò che serve per proseguire nel nostro percorso di crescita», sottolinea Oliver Zipse, presidente di BMW AG, richiamando un approccio tecnologicamente aperto, una gamma attraente e una presenza globale che offre equilibrio.
M e elettrificate, doppio motore della crescita
La strategia multi-propulsione mostra i suoi frutti alle due estremità della gamma: i modelli BMW M avanzano del +7,9%, i veicoli elettrificati del +15%. Da gennaio a settembre, gli elettrificati pesano 26,2% delle vendite, con i BEVal 18,0%. In Europa la transizione corre più veloce: 40,9% di quota per gli elettrificati (301.947 unità) e 25,5% per i BEV (189.269 unità). Il prossimo salto è già calendarizzato: nel 2026 debutterà la nuova BMW iX3, primo tassello di Neue Klasse, piattaforma chiamata a ridefinire tecnologia, design ed efficienza. «La domanda è forte, in Europa gli ordini superano le attese», ribadisce Zipse. E nel 2027 la rivoluzione scenderà in campo su 40 modelli nuovi o aggiornati; già l’anno prossimo, la nuova BMW i3 porterà l’elettrificazione nel cuore del marchio.
Ricavi, geografie e l’effetto Cina
Il profilo dei ricavi resta solido: nel terzo trimestre 32,314 miliardi di euro (-0,3% su base annua; +3,4% a cambi costanti), mentre nei nove mesi si attestano a 99,999 miliardi (-5,6%; -3,9% a cambi costanti). La diversificazione geografica smorza le asimmetrie: escludendo la Cina, le vendite crescono +8,2%, con Europa a +8,6% e Americhe a +9,5%. In Cina, invece, la competizione si intensifica nella fascia sotto i 150.000 RMB, con l’avanzata dei brand locali e gli effetti di cambio (dollaro USA, won sudcoreano, renminbi) a comprimere la redditività. Qui la casa risponde con strumenti commerciali mirati a tutelare la rete e a difendere i margini.
Costi sotto controllo: R&S e capex in flessione
Dopo il picco legato a elettrificazione e digitalizzazione, le spese in R&S scendono a 5,941 miliardi (-10,6%) nei nove mesi; nel Q3 sono 1,921 miliardi (-22,3%). Il rapporto R&S/ricavi cala al 5,9%. Anche gli investimenti in conto capitale arretrano a 4,410 miliardi (-21,8%), con un capex ratio al 4,4% nei nove mesi e 5,2% nel trimestre; per l’intero esercizio è atteso sotto il 6%, in linea con la traiettoria di lungo periodo. «Stiamo raccogliendo i frutti degli investimenti anticipati: il picco è alle spalle», afferma il CFO Walter Mertl, che promette ulteriori riduzioni dei costi nel quarto trimestre, senza sacrificare innovazione e attrattività di prodotto.
Redditività: qualità degli utili e volatilità gestita
L’EBT di Gruppo tocca 8,056 miliardi nei nove mesi (-9,1%), con un deciso recupero nel terzo trimestre a 2,329miliardi. Il margine EBT si attesta all’8,1% da inizio anno (7,2% nel Q3). Nel segmento Automotive, i ricavi sono 87,164 miliardi (-4,1%) e 28,510 miliardi nel trimestre (+2,4%; +6,4% a cambi costanti). L’EBIT Automotive raggiunge 5,120 miliardi nei nove mesi (-15,1%) e 1,494 miliardi nel Q3 (+135,6%), anche per l’assenza delle campagne tecniche che avevano pesato un anno fa. Da leggere inoltre l’effetto degli ammortamenti BBA (circa 1,1 punti di margine) e l’impatto dei dazi in USA e UE (circa 1,5 punti nei nove mesi, 1,75 nel trimestre), che spiegano parte della pressione sui margini.
Cassa che conta: free cash flow e buyback
La generazione di cassa migliora: il free cash flow del segmento Automotive raggiunge 2,688 miliardi nei nove mesi, sostenuto da flussi operativi più robusti, capex più leggeri e magazzini più snelli; nel Q3 è 343 milioni, in netto progresso rispetto al dato negativo del 2024. La stima sull’anno si assesta ora a >2,5 miliardi (da >5 miliardi in precedenza), una revisione prudenziale che tiene conto del contesto. Prosegue intanto il buyback: dal maggio 2025 è in corso la prima tranche da 750 milioni del terzo programma (fino a 2 miliardi entro 30 aprile 2027). Al 30 settembre 2025BMW AG possiede oltre 6,2 milioni di azioni proprie, pari all’1,01% del capitale, segnale di fiducia nella creazione di valore per gli azionisti e nella solidità patrimoniale.
Financial Services e Motorrad: due solidi pilastri
Il segmento Financial Services vede i nuovi contratti salire a 1.275.607 (+1,9%) nei nove mesi, con un Q3 brillante (450.935, +12,1%) favorito dal nuovo equilibrio competitivo in Cina. Il nuovo business cresce a 48,5 miliardi (+4,2%), il tasso di penetrazione sale al 46,4%. L’EBT si attesta a 1,836 miliardi (-14,4%), complice il minor contributo dalla rivendita dei veicoli a fine leasing, mentre il tasso di perdita su crediti resta basso (0,26%). Buone notizie anche da BMW Motorrad: 159.156 unità consegnate e margine EBIT in crescita al 10,8%, a conferma di un mix prodottocapace di sostenere la redditività.
Prospettive 2025: rotta tracciata, rischi sotto osservazione
Il 7 ottobre la guidance è stata aggiornata: EBT di Gruppo atteso in leggera diminuzione, RoCE Automotive tra 8% e 10% (da 9–13%), margine EBIT Automotive confermato nel 5–7%, più precisamente 5–6%, RoE di Financial Services tra 13% e 16%. Per Motorrad, margine EBIT tra 5,5% e 7,5% e RoCE 13–17%, con un lieve calo delle consegne. Sui volumi complessivi l’aspettativa resta di leggera crescita sull’anno, nonostante un quarto trimestre più cauto in Cina. Tra i rischi che potrebbero incidere: ulteriori dazi, restrizioni all’export di terre rare, celle per batterie, semiconduttori. All’orizzonte, però, anche opportunità nel caso di una distensione tariffaria. La bussola resta la stessa: flessibilità operativa, presenza globale e una pipeline prodotto giovane che poggia su Neue Klasse per tradurre innovazione in valore industriale e soddisfazione del cliente.
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