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Gintoneria, Davide Lacerenza e Stefania Nobile patteggiano. E lo champagne va all’asta

La giudice per le indagini preliminari di Milano, Marta Pollicino, ha ratificato i patteggiamenti di Davide Lacerenza e della sua ex compagna Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, nell’ambito dell’inchiesta della pm Francesca Crupi e del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. I due, arrestati il 4 marzo scorso, erano accusati di aver gestito un presunto giro di droga e prostituzione legato ai locali notturni Gintoneria e La Malmaison.

Lacerenza ha concordato una pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione, Nobile di 3 anni. Contestualmente, la gip ha disposto la confisca di beni per oltre 900mila euro — il valore stimato delle bottiglie di champagne e alcolici di lusso sequestrati — che saranno ora vendute all’asta insieme agli arredi dei locali e ad alcune decine di migliaia di euro trovate sui conti correnti.

Lacerenza, affidamento in prova ai servizi sociali. Lavori di pubblica utilità per Nobile

Dopo il patteggiamento, Davide Lacerenza potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali e un percorso di disintossicazione in comunità. Stefania Nobile, invece, è già stata ammessa ai lavori di pubblica utilità, che sostituiranno la pena detentiva.

Nobile non era accusata di spaccio di cocaina — reato contestato invece a Lacerenza, insieme allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione — ma di essersi occupata della gestione amministrativa e contabile dei locali. La 60enne, già il 17 aprile, aveva scelto di farsi interrogare, in un gesto interpretato come segnale di collaborazione con gli inquirenti.

Il “core business” di Gintoneria e La Malmaison: ragazze e droga

Secondo il Tribunale del Riesame, il “core business” della Gintoneria e del privé La Malmaison non era solo l’alcol, ma “la messa a disposizione di ragazze e stupefacente”. I giudici hanno scritto che “l’offerta di prostitute, intesa come disponibilità e trasporto a domicilio, era finalizzata a garantire che la clientela consumasse alcol” e che tutto fosse orientato “al divertimento, senza freni, del cliente”, con “pacchetti” composti da champagne, escort e droga. Nemmeno la cocaina era gratuita: “era una disponibilità compresa nella complessiva offerta di un servizio”. Tra le testimonianze agli atti anche quella di un cliente abituale che, in tre anni, avrebbe speso quasi “un milione di euro” per le serate nei due locali.

L’avvocato Cataliotti: “La sentenza azzera completamente le proprietà di Lacerenza”

“La sentenza azzera completamente le proprietà di Davide Lacerenza. Quel provento dell’attività lecita e in parte illecita, quantificato in 900mila euro, lo Stato se lo tiene, è sequestrato. Il signor Lacerenza riparte da zero”.  Così l’avvocato Liborio Cataliotti. La pena di 4 anni e 8 mesi per Lacerenza, spiega il legale, “gli consentirà, e tanto dipenderà da lui, di risocializzare, ottenendo una misura alternativa alla detenzione, seguendo il percorso di recupero al Sert dall’abuso di sostanze. E lavorando. Se rispetterà le regole, la legge gli concederà, e sarà il Tribunale di Sorveglianza a deciderlo, una seconda chance”. 
 
Sulla posizione di Stefania Nobile, aggiunge il difensore, “fra quindici giorni inizierà i lavori di pubblica utilità come espiazione della pena” di 3 anni. Entrambi “se si comporteranno bene, godranno di ulteriore sconto premiale, la liberazione anticipata”. Infine, conclude l’avvocato, “è stata delegata la Procura affinché venda quanto è rimasto sotto sequestro. I beni più preziosi sono le bottiglie, non voglio dire quanto siano state stimate perché ci sarà una base d’asta. Se il valore si rivelasse capiente rispetto ai 900 mila euro, come io penso e spero, la differenza verrà restituita a Lacerenza per ricostruirsi una vita dignitosa e pagare i debiti che ha contratto in questo periodo. Non ci sono vinti e vincitori – afferma ancora il legale – si è raggiunto un punto di equilibrio”. 

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