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Ft: “Il tycoon gli ha chiesto di accettare le condizioni russe” 

Imprecazioni, mappe del fronte gettate via e un Donald Trump che avrebbe ripetuto parola per parola la linea del Cremlino. Con il passare delle ore, il faccia a faccia di venerdì tra il presidente americano e Volodymyr Zelensky assume sempre più i contorni di una lite furibonda, scandita da accuse, minacce e toni da ultimatum. L’inquilino della Casa Bianca – secondo le rivelazioni del Financial Times – avrebbe intimato al leader ucraino di accettare le condizioni di Vladimir Putin, avvertendolo che, in caso contrario, la Russia “avrebbe distrutto” l’Ucraina. Una ricostruzione che trova eco nella pretesa ribadita dallo zar a Trump – e rivelata dal Washington Post – di ottenere il pieno controllo del Donbass, gettando l’ombra lunga di una capitolazione imposta dall’alto sul vertice di Budapest. 

Nessuno di noi dovrebbe fare pressione su Zelensky quando si tratta di concessioni territoriali. Dovremmo tutti fare pressione sulla Russia affinché cessi la sua aggressione. L’appeasement non è mai stato la strada per una pace giusta e duratura“. Lo scrive su X il premier polacco Donald Tusk. Una concessione che Zelensky non vuole accettare, pur dicendosi “pronto” ad andare in Ungheria per avviare un dialogo. “Come si possono raggiungere accordi, se non ci parliamo?”, ha detto all’NBC.

Rientrato da Washington senza gli invocati Tomahawk, il leader ucraino non ha mostrato cedimenti: nessuna “ricompensa” per l’aggressore. “Putin non può essere fermato con le parole: è necessaria la pressione”, ha ammonito, richiamando a raccolta i Volenterosi e sollecitando passi decisivi da parte di Stati Uniti, Europa, G20 e G7. Per Kiev, le ipotesi di concessioni territoriali non sono che la conferma di un copione ormai noto: prolungare il conflitto, logorare l’Europa, fiaccare la resistenza. “La guerra continua solo perché la Russia non vuole che finisca”, ha ribadito Zelensky, accusando il Cremlino di sabotare ogni tentativo di tregua, mentre gli attacchi sul terreno non perdono intensità: centrali elettriche e impianti del gas sono di nuovo nel mirino dei raid russi in diverse regioni, lasciando migliaia di famiglie senza luce e riscaldamento.

In una sola settimana, secondo Kiev, oltre 3.270 droni d’attacco, 1.370 bombe aeree guidate e quasi 50 missili di vario tipo hanno colpito l’Ucraina. Dietro la denuncia, la richiesta agli alleati resta la stessa: più difese – soprattutto aeree –, maggiore coordinamento e nuove sanzioni al Cremlino. “Non possiamo dare tutte le nostre armi all’Ucraina. Semplicemente non possiamo farlo”, ha tuttavia rimarcato Trump a Fox News, rivendicando di essere stato “molto buono con Zelensky e l’Ucraina” ma di non poter mettere in pericolo l’America. I resoconti sullo scontro alla Casa Bianca scuotono le cancellerie europee, come nello scenario più temuto già ad agosto, alla vigilia del summit in Alaska tra Trump e Putin: una resa negoziata sopra le loro teste, o una spartizione travestita da compromesso.

A Bruxelles, i diplomatici lavorano a una posizione comune di sostegno a Kiev in vista del vertice del 23 ottobre e dell’incontro di Budapest, per il quale Mosca dovrà richiedere l’autorizzazione a Eurocontrol nelle ore precedenti all’atterraggio. La nuova offensiva diplomatica, preparata dalla squadra dell’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, è rivolta alla flotta ombra russa, la rete di petroliere che continua a trasportare greggio aggirando le sanzioni grazie a bandiere di comodo e triangolazioni opache. Un documento, che sarà nelle prossime ore sul tavolo dei ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo, propone di estendere ai Paesi membri i poteri di ispezione, autorizzando abbordaggi preventivi e sanzioni non solo contro le navi, ma anche contro le compagnie assicurative e logistiche che ne sostengono l’operato.

Zelensky: “Sono pronto ad andare a Budapest”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto a Donald Trump di “essere pronto” ad andare a Budapest, dove il presidente americano ha annunciato che incontrerà il leader russo Vladimir Putin. In un’intervista a NBC, Zelensky ha definito Putin un “terrorista” ma ha ribadito la sua disponibilità a incontrarlo di persona: “Se vogliamo davvero una pace giusta e duratura, abbiamo bisogno di entrambe le parti in questa tragedia”, ha detto. “Come si possono raggiungere degli accordi senza che noi ci parliamo?

Alla domanda se avrebbe insistito per andare a Budapest, Zelensky ha risposto di aver detto a Trump: “Sono pronto”.

Parigi: ora nuove sanzioni a chi aiuta la Russia

Oggi proporrò di parlare di un 20esimo pacchetto sanzioni, concentrato su Paesi terzi che sostengono in modo diretto o indiretto lo sforzo bellico della Russia”. Lo afferma il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot arrivando al Consiglio del Lussemburgo. L’economia russa, ha aggiunto, “sta agonizzando”, stretta tra i colpi dell’Ucraina e le sanzioni. “La Russia è in stallo in Ucraina dopo 100 giorni di guerra e a Putin ora conviene un cessate il fuoco”, ha notato.

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