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Meloni e il viaggio a Washington con i pezzi da 90 della politica e dell’economia
Pochi giorni ancora e atterreranno a Washington i pezzi da 90 della politica e dell’economia meloniana. Oltre alla premier e alla sorella Arianna, sono attesi all’ombra del fiume Potomak il presidente Ignazio La Russa, la ministra del turismo Daniela Santanchè e il titolare del Mimit Adolfo Urso. I fedelissimi, insomma. Ma non è tutto: secondo quanto risulta ad Affaritaliani, infatti, al Caffè Milano a Washington si terrà una cena ristretta tra la premier, il presidente della Niaf – Robert Allegrini, pirotecnico uomo di sistema vicinissimo a Donald Trump – e i gran capi di tre aziende partecipate: Flavio Cattaneo di Enel, Stefano Donnarumma di Fs e Roberto Cingolani.
Il motivo è duplice. Da una parte, negli anni a venire i business con gli USA sono destinati a intensificarsi ulteriormente, grazie alle ottime relazioni tra la Meloni e Trump – non sarà sfuggita la presenza di The Donald e l’imprimatur sull’operato della presidente del Consiglio. Dall’altra, la volontà di mostrarsi ancora più vicini a Washington ricevendo l’endorsement sui Ceo di tre partecipate così importanti. Il messaggio è chiaro: è vero, alcune scelte di carattere squisitamente politico sono state prese – pare che ancora si ricordi con non troppo entusiasmo la maglietta pro Putin esibita da Matteo Salvini – ma i manager di oggi e di domani (salvo colpi di scena saranno sempre loro a menare le danze anche in futuro, magari con qualche cambio fisiologico di poltrone) sono questi e la Meloni vuole presentali definitamente al deep state americano. Anche su Cingolani c’era stato qualche “borbottio” dopo che era stato (erroneamente) associato ai Cinque Stelle.
Anche perché mai come ora l’interesse del governo italiano è mostrare vicinanza a Trump, facendosi vedere pronti a una collaborazione più stretta anche su i fronti che si apriranno nel prossimo futuro. Soprattutto la ricostruzione di Gaza, un affare da oltre 80 miliardi di euro in cui la premier ha già detto di essere pronta a entrare, facendo ovviamente da apripista alle aziende italiane che potrebbero ottenere importanti commesse. Insomma, la missione della Meloni è un autentico capolavoro di diplomazia economica.
Ultima nota di colore: a quanto risulta ad Affaritaliani, non sarà presente Claudio Descalzi, il Ceo di Eni che vedrà scadere il suo quarto mandato alla guida del cane a sei zampe l’anno prossimo. Uno come lui non ha bisogno certo di essere “presentato”. Ma qualcuno dice: non sarà che si sta iniziando a preparare la sua successione? Ah, saperlo.
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