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Guerra/ “140 miliardi all’Ucraina”. Il dossier al vertice di Copenaghen
La data da segnare in rosso sul calendario è il primo ottobre. In quella giornata, infatti, il G7 dei ministri delle Finanze e i 27 leader dell’Unione Europea potrebbero imprimere un’accelerazione decisiva sull’utilizzo degli asset russi congelati per sostenere l’Ucraina. I principali ostacoli tecnici e giuridici stanno gradualmente venendo meno, così come le resistenze dei grandi Paesi europei. In particolare, è significativa la svolta della Germania.
A confermarlo è stato il cancelliere Friedrich Merz in un editoriale pubblicato sul Financial Times, dove ha ribadito la necessità di mettere in campo un prestito da 140 miliardi di euro a favore di Kiev. Merz ha sottolineato come questa misura rappresenti una dimostrazione concreta della volontà dell’Europa di “restare in partita” contro l’aggressione russa. Berlino, finora tra i più cauti per timore di implicazioni legali e ripercussioni sull’euro, ha quindi cambiato linea.
A determinare questo cambio di passo è stato, in parte, l’incontro avvenuto in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin. Le speranze iniziali per una tregua sono svanite, lasciando spazio alla crescente preoccupazione per un possibile disimpegno americano, evidenziato anche dal premier polacco Donald Tusk. Nelle capitali europee sta maturando la consapevolezza che il conflitto non si concluderà a breve. E le guerre, si sa, costano. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha già fatto sapere che nel 2026 serviranno altri 60 miliardi di euro solo per sostenere lo sforzo bellico, a cui si aggiungeranno poi i costi colossali della ricostruzione.
L’obiettivo dell’UE resta fermo: impedire che Mosca vinca la guerra. “È il momento di esercitare una leva efficace per rompere il gioco cinico di Putin”, ha dichiarato Merz. Il tema sarà discusso anche nel Consiglio europeo informale di Copenaghen, dove si analizzerà la proposta di un prestito di riparazione per l’Ucraina finanziato attraverso l’investimento degli attivi congelati della Banca Centrale Russa.
Il valore stimato del pacchetto è di circa 130 miliardi di euro, destinati in larga parte all’acquisto di armi, sotto il coordinamento tra Bruxelles e Kiev. Gli asset, custoditi principalmente dalla piattaforma Euroclear (che detiene oltre 220 miliardi di euro in beni russi), sarebbero utilizzati per emettere eurobond zero coupon, evitando una confisca formale. Le garanzie verrebbero fornite dai Paesi europei e, secondo la proposta di Merz, anche dal bilancio pluriennale dell’UE.
Resta da chiarire se l’iniziativa richiederà l’unanimità o basterà una maggioranza qualificata. Finora Francia e Italia hanno mantenuto un atteggiamento cauto, chiedendo un coinvolgimento attivo del G7, che ora però appare sempre più concreto. L’approvazione di un piano del genere – mai tentato prima – non sembra più un’utopia.
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