Rinnovo Patente? Facile ed Economico
La scena è New York, ma il messaggio guarda ben oltre l’orizzonte di una metropoli.
Il BMW Group ha svelato il progetto che cambierà il lessico della mobilità premium: la nuova BMW X5 sarà il primo modello del marchio a nascere già pensato con cinque differenti tecnologie di propulsione, dalla elettrica a batteria alla ibrida plug-in, passando per benzina e diesel fino alle celle a combustibile alimentate a idrogeno. Non è una formula ad effetto: è una strategia industriale che prova a rispondere, con pragmatismo, a mercati e abitudini di guida molto diversi tra loro. E che, soprattutto, sceglie l’“apertura tecnologica” come metodo per accelerare la decarbonizzazione senza lasciare indietro nessuno.
“Con il lancio della nuova BMW X5, disponibile in cinque varianti di sistema di propulsione, dimostriamo ancora una volta la nostra leadership e il nostro ruolo di pionieri nello sviluppo tecnologico”, ha dichiarato Joachim Post, Membro del Consiglio di Amministrazione di BMW AG, Responsabile dello Sviluppo. Parole che arrivano mentre l’automotive vive una fase delicata: la spinta all’elettrificazione è ormai consolidata, ma incontra esigenze quotidiane che non sono uguali per tutti. Chi macina chilometri in autostrada chiede autonomia e rapidità di rifornimento; chi vive in città guarda a efficienza e costi d’esercizio; chi frequenta aree con infrastrutture giovani ha bisogno di soluzioni transitorie ma credibili. La risposta di BMW è orchestrare un ventaglio di tecnologie in un’unica piattaforma, lasciando che siano i clienti, i territori e gli usi reali a determinare l’opzione migliore.
In questo mosaico trova posto l’idrogeno, tassello che torna al centro della strategia grazie alla nuova BMW iX5 Hydrogen. Dopo una fase di test su strada condotta in diversi Paesi, il modello è pronto al debutto come prima BMW a celle a combustibile prodotta in serie. La terza generazione del sistema fuel cell, sviluppata con Toyota, promette compattezza, efficienza e potenza superiori, allungando l’autonomia e riducendo i consumi. Michael Rath, Vicepresidente Veicoli a Idrogeno del BMW Group, la definisce “una vera BMW”: non un esercizio di stile, quindi, ma una vettura che ambisce a trasferire su strada il tipico piacere di guida del marchio, con la continuità di erogazione e la rapidità di rifornimento che l’idrogeno può garantire.
La scelta non è tattica, è sistemica. Dal 2028, la gamma BMW comprenderà due tipologie di propulsione completamente elettrica: a batteria e a celle a combustibile. È la conferma di un impianto industriale flessibile, capace di integrare nello stesso ciclo produttivo powertrain differenti senza inefficienze. Dietro le quinte, la catena dell’approvvigionamento è stata ripensata per dialogare con soluzioni tecnologiche diverse, mentre la progettazione piattaforma-centrica della nuova X5 consente di “impacchettare” batterie, serbatoi di idrogeno o componenti tradizionali senza strappi progettuali. Il risultato è una famiglia di prodotti coerente nello stile e nell’esperienza d’uso, ma capace di parlare a pubblici differenti.
Perché l’idrogeno, oggi? Perché può diventare il ponte tra rinnovabili e mobilità quando la rete elettrica, da sola, non basta a seguire i picchi di domanda. L’idrogeno immagazzina energia pulita, la trasporta, la restituisce con tempi di rifornimento brevi e un’autonomia competitiva: una soluzione che completa, senza sostituire, la trazione elettrica a batteria. È convincente soprattutto laddove servono percorrenze elevate, veicoli pesanti o cicli di lavoro intensivi. E consente di migliorare la resilienza del sistema energetico, bilanciando produzione e consumo. In altre parole, affronta il tema della decarbonizzazione con gli strumenti della realtà, non della teoria.
Ma un veicolo a idrogeno senza una rete di rifornimento resta una promessa. E qui entra in campo HyMoS, Hydrogen Mobility at Scale: un’alleanza che punta a far crescere ecosistemi dell’idrogeno nelle aree metropolitane aggregando la domanda di automobili, camion e autobus attorno a infrastrutture comuni. L’idea è industriale prima che simbolica: mettere insieme volumi e casi d’uso diversi per aumentare l’utilizzo delle stazioni, abbattere i costi unitari e accelerare il rientro degli investimenti. La fase pilota è già partita in Germania e Francia, laboratorio utile per trasferire poi conoscenze operative in altri mercati europei e, in prospettiva, oltreconfine. È un cambio di passo: non più progetti isolati, ma reti coordinate in cui industria, utility e istituzioni condividono standard, learning e metriche di performance.
Nel frattempo, il cantiere BMW sul fronte “aperto” non si ferma. La convivenza tra benzina e diesel efficienti, ibridi plug-in di nuova generazione ed elettrici a batteria segue una logica semplice: dare al cliente la soluzione più adatta nell’arco di vita del veicolo e nel contesto in cui vive. In Europa la spinta sarà su BEV e PHEV, in altri mercati rimarrà centrale l’endotermico, mentre l’idrogeno si ritaglierà corsie preferenziali nel trasporto a lungo raggio e nelle flotte. È un pluralismo che, letto con occhi industriali, significa gestione del rischio tecnologico, continuità occupazionale e capacità di scalare la decarbonizzazione senza attese ideologiche.
C’è infine un aspetto culturale da non sottovalutare: riportare la scelta energetica nel perimetro dell’esperienza. La nuova X5, con cinque anime sotto la stessa pelle, trasforma il dibattito tecnico in un’opzione di acquisto chiara, confrontabile, misurabile. E rende l’innovazione visibile, persino “guidabile”, lasciando che siano strada, tempi, costi e abitudini a scrivere il verdetto. Se l’obiettivo è ridurre rapidamente le emissioni, servono soluzioni che parlino la lingua del quotidiano. Qui la scommessa di BMW è netta: pluralità oggi per accelerare l’adozione, standard domani quando la curva tecnologica e infrastrutturale avrà trovato un nuovo equilibrio.
La strada è tracciata. Tra laboratorio e catena di montaggio, tra stazioni di rifornimento e colonnine, la mobilità del prossimo decennio sarà un ecosistema con molti attori, accomunati da un obiettivo: tagliare le emissioni senza sacrificare libertà e qualità d’uso. La nuova BMW X5 e l’iniziativa HyMoS raccontano proprio questo: che la transizione funziona quando non divide, ma include. E che la vera leadership, oggi, è saper mettere insieme tasselli diversi in un disegno credibile e scalabile. In una parola: futuro.
Rinnovo Patente? Facile ed Economico
Questo articolo è stato pubblicato in origine su questo sito internet