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<em>Dal comune di Portoferraio</em>
Il Consiglio Comunale di Portoferraio, riunito in seduta straordinaria nell’auditorium del Centro Congressuale De Laugier, ha assegnato lunedì 22 settembre 2025 la Medaglia d’Oro “Città di Portoferraio” alla memoria della popolana portoferraiese Olimpia Mibelli Ferrini.
“Per Portoferraio, questa è una giornata particolare – ha commentato in apertura di seduta il Sindaco Tiziano Nocentini – oggi siamo qui per restituire memoria, dignità e onore a Olimpia Mibelli Ferrini, popolana portoferraiese che, proprio alla fine del secondo conflitto mondiale, si rese protagonista di un gesto di altruismo impareggiabile per salvare alcune giovanissime concittadine dalla violenza dei soldati alleati che nelle ore successive allo sbarco del 17 giugno 1944 saccheggiarono l’isola godendo del cosiddetto “diritto di preda”, ossia di impadronirsi dei beni del paese conquistato”.
“Agli storici e ai ricercatori – ha precisato il Sindaco – va il merito di avere ricostruito il reale svolgimento dei fatti di quelle drammatiche ore. Ringrazio per questo la dottoressa Raimonda Lobina, che ha raccontato minuziosamente nella Enciclopedia delle Donne la storia di Olimpia Mibelli Ferrini. Ringrazio la giornalista Elisa Messina per aver saputo raccontare questa storia sulle pagine del Corriere della Sera. Ringrazio ancora la scrittrice Paola Cereda e i ricercatori storici Mario Ferrari e Ruggero Elia Felli che con i loro libri hanno contribuito a loro volta alla definitiva ricostruzione e al racconto di quegli avvenimenti. Ringrazio soprattutto la famiglia di Olimpia Mibelli Ferrini per averci concesso la possibilità di raccontare e tramandare alla memoria dei nostri giovani fatti che non dovranno essere dimenticati”.
Dopo l’illustrazione delle origini del premio assegnato, fatta da parte della presidente del Consiglio Comunale Lara Giusti, che ha ricordato come lo stesso sia stato istituito nel 1959 per iniziativa dell’allora Sindaco, on. Primo Lucchesi, sono intervenuti anche l’assessore Lorenza Burelli, la capogruppo di Bene Comune Marcella Merlini, firmataria della mozione approvata dal consiglio comunale, e la consigliera comunale Cosetta Pellegrini, ricordando ognuna con diverse sensibilità la figura di Olimpia Mibelli Ferrini. L’assessore Roberto Manzi, inoltre, ha confermato l’intenzione della Amministrazione Comunale di intitolare una via a Olimpia, e precisamente il tratto di Via Elbano Gasperi che va dalla Gradinata Forte Stella a Via Madama Letizia, nella zona del centro storico in cui la popolana portoferraiese viveva.
“Olimpia si sarebbe divertita molto se fosse stata qui – ha ricordato la nipote Sara Fabiani, intervenuta in nome della famiglia a fine consiglio comunale – avrebbe messo il rossetto rosso, come ho fatto io oggi in suo onore, e avrebbe detto: ‘in fondo non ho fatto niente di particolare’. Era una ragazza coraggiosa, sempre allegra, positiva, aiutava sempre tutti. Ringrazio tutte le persone che hanno contribuito a ricostruire definitivamente la sua storia. E vorrei concludere con una citazione: ciò che ricordiamo, vive. Muore solo ciò che dimentichiamo”.
Questo è il testo dell’intervento che l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Portoferraio, Lorenza Burelli, ha dedicato a Olimpia Mibelli Ferrini nel Consiglio Comunale di lunedì 22 settembre 2025.
Ci sono nomi che la storia ufficiale lascia indietro, come se la loro voce fosse troppo fragile per attraversare il tempo. Olimpia Mibelli Ferrini era una donna semplice, una lavandaia. Ma nella banalità quotidiana della sua esistenza c’era già tutta la forza silenziosa delle donne che resistono. Non aveva un’arma, né un titolo, né un ruolo riconosciuto. Eppure, nel momento più buio, fece qualcosa che molti non avrebbero nemmeno osato pensare: si offrì in sacrificio per salvare altre donne dalla violenza brutale della guerra.
Non fu un gesto di disperazione, fu una scelta consapevole. Un atto che va oltre l’altruismo: è coraggio, è dignità incarnata, è amore radicale per la vita altrui. Olimpia non è solo una vittima della guerra. È una testimone di ciò che significa essere umani quando tutto intorno disumanizza.
Ricordare Olimpia oggi non è solo un omaggio: è una scelta morale.
Significa dire che il valore umano non dipende dal rango, dal genere, dalla visibilità. Significa che i corpi violati non devono essere nascosti sotto il tappeto della vergogna, ma accolti nella memoria collettiva come ferite da non dimenticare.
Significa anche educare: educare alla forza della responsabilità individuale, al coraggio morale, alla capacità di scegliere il bene anche quando ha un prezzo altissimo. In un tempo come il nostro, dove l’egoismo è spesso celebrato e la compassione vista come debolezza, la figura di Olimpia è uno schiaffo potente a questa logica.
E allora cosa resta?
Resta un nome: Olimpia.
Resta un gesto che vale più di mille discorsi.
Resta una responsabilità: non lasciarla sola anche nella memoria.
Assegnare una medaglia quest’ oggi non è un favore che le si fa.
È il minimo sindacale di ciò che dobbiamo a chi, come lei, ha saputo essere umana quando il mondo intorno si era fatto disumano.
Lorenza Burelli, assessore alla Pubblica Istruzione
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