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Debito pubblico in discesa a luglio, ma l’export rallenta nel trimestre
Secondo quanto riferito dalla Banca d’Italia a luglio il debito pubblico ha registrato un calo di 14,5 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 3056,3 miliardi.La flessione, comunica l’Istituto centrale, è legata all’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (14,2 miliardi), alla diminuzione delle riserve liquide del Tesoro (0,2 miliardi, pari a 46,8), nonché all’impatto degli scarti e dei premi legati all’emissione e al rimborso dei titoli, alla rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e alla variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi). Per il mese di luglio, l’Istat prevede un incremento congiunturale più marcato per l’export (+1,2%) rispetto all’import (+0,7%).
In particolare, secondo quanto riportato dalle tabelle della Banca d’Italia, a giugno il debito pubblico detenuto da investitori esteri è salito a 1.032 miliardi. Di questa somma, 853 miliardi sono rappresentati da titoli, in aumento rispetto agli 821 miliardi registrati a maggio. Le banche italiane hanno incrementato la loro esposizione da 375 a 379 miliardi, di cui 342 miliardi sotto forma di titoli. Anche per gli altri investitori residenti in Italia si è registrata una crescita, da 429 a 436 miliardi, con una componente in titoli salita a 390 miliardi (rispetto ai 383 di maggio)
A luglio, l’Istat rileva un aumento congiunturale più marcato per le esportazioni (+1,2%) rispetto alle importazioni (+0,7%). L’espansione dell’export è trainata soprattutto dalle maggiori vendite verso i Paesi extra Ue (+2,4%), mentre le esportazioni verso l’area Ue restano sostanzialmente stabili. Su base annua, le esportazioni crescono del 7,3% in termini nominali e del 6,9% in termini reali. L’incremento tendenziale del valore dell’export risulta più significativo nei mercati extra Ue (+9,9%) rispetto a quelli Ue (+4,8%). Le importazioni, invece, segnano una crescita tendenziale del 6,1% in valore, con un contributo maggiore dall’area extra Ue (+13,1%) rispetto all’Ue (+0,8%); in termini di volume, l’import sale dell’1,1%.
“A luglio l’export si conferma in crescita su base sia mensile, sostenuto dalle sole vendite dirette verso i mercati extra Ue, sia annua. Queste dinamiche sono in parte influenzate da vendite di elevato impatto (cantieristica navale), al netto delle quali si stima un aumento congiunturale dello 0,8% e una crescita tendenziale del 6,1%”, spiega l’Istat.
Nel trimestre maggio-luglio 2025, rispetto al periodo precedente, l’export registra una flessione dell’1,5%, mentre l’import cala dell’1,8%. Tuttavia, nei primi sette mesi dell’anno, le esportazioni mostrano una crescita tendenziale del 2,9%, trainata principalmente dall’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+37,2%), mezzi di trasporto esclusi autoveicoli (+13,9%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,3%) e metalli di base e prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (+3,9%).
Al contrario, altri settori registrano un calo, con le contrazioni più significative nei coke e prodotti petroliferi raffinati (-18,8%) e negli autoveicoli (-9,7%). Tra i comparti che contribuiscono maggiormente alla crescita tendenziale dell’export si segnalano i mezzi di trasporto esclusi autoveicoli (+45,6%), gli articoli farmaceutici (+28,5%), i metalli di base (+7,0%) e i prodotti alimentari (+6,1%). Le esportazioni di autoveicoli (-5,3%) e apparecchi elettrici (-3,8%) risultano invece in calo su base annua.
In termini di paesi, i maggiori contributi positivi all’incremento delle esportazioni nazionali provengono da Stati Uniti (+24,1%), Spagna (+13,8%), paesi ASEAN (+37,4%), Francia (+4,7%), Svizzera (+9,5%), Polonia (+12,5%) e Regno Unito (+9,0%), mentre Paesi Bassi (-7,8%), Cina (-4,0%) e Turchia (-2,5%) registrano contributi negativi.
“Nei primi sette mesi dell’anno, la dinamica tendenziale dell’export è positiva (+2,9%), grazie alle vendite di un numero ristretto di settori; quella dell’import è più sostenuta (+4,8%). L’avanzo commerciale (+30,7 miliardi di euro), quasi totalmente imputabile agli scambi con i paesi extra Ue, è in riduzione rispetto ai primi sette mesi del 2024 (+36,0 miliardi)”, aggiunge l’Istat.
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